Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi
- Due scout
beatificati -
Vedi anche nel sito della Santa Sede
Quanto
segue è liberamente tratto e adattato dall'articolo
di Paola Dal
Toso
Incaricata
nazionale al Centro Documentazione Agesci
in "Agescout", periodico di informazione Agesci - Numero 5 - 15 settembre 2001
Luigi
e Maria Beltrame Quattrocchi, un uomo e una donna che si sono voluti bene, due
sposi che si sono gioiosamente e con pienezza aiutati reciprocamente nella
strada verso la felicità, nella strada del Signore.
Un
babbo ed una mamma che hanno cresciuto figli cercando per loro le cose migliori,
non le più facili o più accattivanti, ma le più grandi, perché anche questi
figli potessero gustare la gioia del Signore.
Domenica
21 Ottobre 2001, Luigi e Maria sono stati proclamati beati: una festa grande per due
persone, e per i loro figli, che hanno vissuto le cose ordinarie della vita in
modo straordinario.
È
un’occasione per ricordare con gratitudine i nostri genitori e la loro
vicinanza, ed è un momento di riflessione importante per tutti i capi e le capo che hanno scelto
con il loro servizio di apostolato di affiancare questo cammino, e di dare una
mano alla grande avventura di diventare adulti
Luigi
e Maria Beltrame Quattrocchi sono stati proclamati beati da Papa Giovanni
Paolo II Domenica 21 Ottobre 2001.
È
la prima volta in assoluto che nella storia della Chiesa una coppia è innalzata
all’onore degli altari per le sue virtù coniugali e familiari.
Anche
lo Scautismo cattolico italiano partecipa a quest’evento del tutto eccezionale
ed ha
Negli
anni in cui l’Associazione Scoutistica Cattolica Italiana (ASCI, 1916 - 1974)
muoveva i primi passi in Italia, i coniugi Beltrame Quattrocchi vollero
collaborare agli sviluppi educativi del metodo scout e si impegnarono molto
anche per diffonderlo e farlo crescere.
Se
a Luigi va riconosciuto un impegno attivo nel servizio scout, non meno rilevante
fu quello “indiretto” della moglie Maria che si interessò agli sviluppi
educativi del metodo scout, prendendo parte a incontri, conferenze, corsi,
riunioni di famiglia, scrivendo articoli e facendo conoscere la nuova
associazione .
Sicuramente
l’impegno educativo è stato assunto da entrambi i Beltrame Quattrocchi con
Lo
Scautismo cattolico italiano è riconoscenteza a Luigi e Maria per la esemplare
testimonianza che è proseguita in modo fruttuoso attraverso il servizio di
assistente ecclesiastico reso nell'Asci prima, e nell'Agesci poi, dal figlio,
don Tarcisio, noto come “don Tar - Aquila Azzurra”, autore del testo della
canzone: Al cader della giornata. A novantacinque anni, continua il
servizio scout ed è il più anziano assistente ecclesiastico e Foulard Bianco
in Agesci.
Vedere uno dei propri capi
elevato all’onore degli altari costituisce sicuramente un motivo di
decoro e di testimonianza per tutto lo Scautismo cattolico italiano.
Maria
e Luigi non hanno fatto nulla di eclatante nella loro vita, se non dedicarla
completamente e totalmente al loro amore coniugale e alla loro missione di
genitori e di educatori, nutrendosi della Parola di Dio e dell’Eucarestia e
traendo dal Signore la forza per affrontare in santità il quotidiano.
Le
“virtù eroiche” di questi sposi e genitori si sono più volte
esplicitamente manifestate nei fatti della loro vita: la difficile decisione di
“lasciar fare” a Dio quando tutti consigliavano di interrompere la
gravidanza a rischio che portò alla nascita della quarta figlia; la serena
accettazione della scelta vocazionale dei primi tre figli; la sofferenza per la
loro lontananza anche durante il conflitto mondiale.
Ma
la sintesi estrema del comune spirito di questo fulgido esempio di vita
matrimoniale sta nelle parole stessa di Maria:
“vita
terrena vissuta nel perenne pensiero, ispirato da Dio stesso, di rendere felice
la persona amata… La bellezza del canto degli uccelli, di un fiore, di un
tramonto, di una vetta… tutto sentito insieme, con un solo palpito, una sola
vibrazione di godimento e di gioia”.
Il
servizio scout di Luigi Beltrame Quattrocchi
Il
servizio scout iniziò per l’avvocato Luigi in coincidenza con l’iscrizione
al Riparto Roma V (immatricolato il 14 novembre 1916),
appena fondato dal
padre Giuseppe Gianfranceschi s.j., dei due figli maschi, Filippo e Cesare.
Entrò a far parte del Consiglio Direttivo; ne divenne il primo Presidente e
rappresentante all’Assemblea Generale del 1918, che lo nominò membro
Luigi
frequentava con assiduità le riunioni settimanali del Commissariato Centrale
ASCI, a fianco del primo Presidente italiano, il Conte Mario di Carpegna,
dell’illustre scienziato gesuita padre Gianfranceschi (che poi, volò con
Umberto Nobile sul Polo Nord), Mario Cingolani, Mario Mazza, Cesare Ossicini,
Paolo Cassinis, Salvatore Salvatori, Salvatore Parisi.
Nelle
discussioni e nelle decisioni portò il suo contributo con l’equilibrio,
l’acume e la modestia che lo caratterizzavano, nonché la sua esperienza e
testimonianza di fede assai apprezzate. Le riunioni si tenevano a Roma nel
celebre punto di riferimento dei movimenti cattolici nazionali al numero 70 di
via della Scrofa, dove aveva occasione di incontrarsi e tessere rapporti con
alcuni dei maggiori esponenti del laicato cattolico maschile del tempo, in
particolare con “papà” Paolo Pericoli, allora Presidente nazionale della
Gioventù Cattolica - che era della sua stessa parrocchia di San Vitale -, col
conte Pietromarchi, col marchese senatore Filippo Crispolti, con l’onorevole
Filippo Meda, con Egilberto Martire, oltreché con l’assistente, monsignor
Pini.
Spesso
si faceva accompagnare da Filippo o da Cesarino, i quali attendevano in
anticamera il termine delle lunghe sedute, felici di poter poi tornare a casa a
piedi con il papà, impegnando il tempo in interessanti e cordiali chiacchierate
con lui. Durante le riunioni di Commissariato Centrale ASCI, Filippo, che aveva
la specialità di ciclista, veniva spesso incaricato di recapitare in bicicletta
lettere ai dirigenti associativi residenti nel centro di Roma.
Nel
1919 Luigi Beltrame, colpito dalla situazione di abbandono dei ragazzi di strada
del rione popolare della Suburra, un settore spiritualmente e moralmente
depresso e abbandonato del medesimo quartiere Esquilino, insieme con un collega
dell’Avvocatura erariale, il professore avvocato Gaetano Pulvirenti, amico
carissimo e di pari sensibilità religiosa, fondò e diresse nei locali attigui
alla basilica di Santa Pudenziana in via Urbana, un oratorio festivo che in
breve si popolò di ragazzi da evangelizzare. In seguito, Luigi decise di
fondare tra quei ragazzi un nuovo Riparto di scouts, convinto che il metodo
scout potesse essere un valido strumento per attirare alla Chiesa tanti ragazzi,
sbandati e a rischio. L’idea trovò l’adesione plebiscitaria di quei
ragazzi, ai quali nessuno prima d’allora si era interessato.
Così
nel 1919 nacque il Riparto Roma XX, che Luigi diresse fino al 1923, inizialmente
con sede a Santa Pudenziana, e poi nella parrocchia di San Vitale, in via
Nazionale, n.194.
Luigi
desiderò che i due figli, Filippo e Cesare, lasciassero l’ambiente
"privilegiato" del Roma V per quello della nuova fondazione. E loro,
orgogliosi di affiancare il babbo, diventarono con lui, le colonne portanti del
nuovo Riparto, fino a quando il Signore non li chiamò entrambi al "più
alto servizio" della missione sacerdotale.
Il
trasferimento al nuovo gruppo rappresentò per i due fratelli un sacrificio non
piccolo, ma lo fecero v o l e n t i e r i.
Il
12 dicembre 1921 Luigi fu nominato Consigliere
Generale, incarico che mantenne ininterrottamente fino al 1928, quando
l’ASCI fu soppressa dal Fascismo.
Una
donna nell’Asci
La
signora Maria Beltrame Quattrocchi, madre sensibilissima e straordinaria
educatrice alla fede, autrice di molti libri di spiritualità e di pedagogia, fu
membro attivo del Consiglio Centrale dell’Unione Femminile Cattolica Italiana
e membro effettivo del Segretariato Centrale di Studio prodigandosi per la
diffusione della fede.
Con
sensibilità tipicamente materna si impegnò attivamente dal punto di vista
educativo, affrontando alcune problematiche pedagogiche anche in testi scritti
personalmente e indirizzati alle madri.
Per
conoscere maggiormente la proposta educativa scout, nel 1918 Maria Beltrame
Quattrocchi volle partecipare ad un “corso per corrispondenza” sui
valori dello Scautismo, finalizzato ad una sua maggiore diffusione in Italia.
Ottenne il relativo diploma di idoneità - con un encomio personale per aver
conseguito punti non inferiori agli otto decimi (vedi
nota *1) - firmato il 24 giugno 1919 dal conte Mario di Carpegna,
fondatore dello Scautismo cattolico e primo Presidente dell’ASCI.
A
conclusione di tale corso, diciassette furono i partecipanti idonei, dei quali
quattro ricevettero l’encomio. È significativo constatare che Maria Beltrame
Quattrocchi si distinse in un gruppo costituito sostanzialmente da uomini;
infatti, insieme a lei frequentò il corso una sola altra donna. È
indubbiamente strano incontrare queste due presenze femminili in un contesto
associativo, quale quello della “prima” ASCI, del tutto maschile.
L’interesse
espresso da Maria dovette essere assai grande sul piano pedagogico, per
spingerla a muoversi in tale ambito in un clima socio culturale che non offriva
spazi alla donna al di fuori dell’ambito familiare.
Inoltre,
Maria cercava di stabilire una continuità educativa tra la famiglia e la
proposta scout. Si interessava a tal punto dello Scautismo che seppe stabilire
rapporti di amicizia con i capi scout a cui affidava i figli. Apriva la casa ai
coetanei di Filippo e Cesare, gli altri esploratori che presso la sua
abitazione, si incontravano e se necessario, svolgevano le riunioni scout.
Infine,
dal ricordo di don Tar, ci risulta che si scandalizzasse che qualche capo
fumasse una sigaretta, perché diceva: “non è scout, non è stile”.
Senz’altro,
fin da subito Maria percepì la profonda spiritualità ascetica dello
Scautismo.
Due
genitori fiduciosi nei confronti del metodo scout
Con
il marito, Maria avvertì la necessità di integrare l’educazione che poteva
proporre ai figli nell’ambito familiare, aprendoli ad esperienze che oggi
definiamo, di tipo “extrascolastico”. Con quest’intenzionalità iscrisse
tra i lupetti i due figli maschi che frequentavano l’istituto “Massimo”
dei padri gesuiti: nel 1916 Filippo (successivamente don Tarcisio) e nell’anno
successivo l’altro figlio, Cesare.
La
scelta di affidarli al gruppo scout compiuta dai genitori Beltrame Quattrocchi,
è illustrata, attraverso le brevi ma efficaci parole scritte da Maria, quando
ricordando la figura del marito scomparso, e descrivendo il comune impegno
educativo nei confronti dei propri figli, sostiene:
“Lo
scoutismo […] ne continuava, completandola, la formazione e li preparava alla
vita”. Così sintetizza la scelta di inserirli nella nascente
associazione, l’ASCI: “I bambini - diventati fanciulli - esploratori” (il
nome
di caccia di Filippo, noto come don Tar, è “Aquila Azzurra”, mentre
quello di Cesare, diventato fra’ Paolino, “Gatto rosso”).
L’efficacia
di questa precisa scelta educativa è testimoniata da quanto il figlio, don
Tarcisio, afferma al riguardo:
“un
momento importante della nostra formazione fu certamente l’inserimento mio e
di mio fratello nello scoutismo cattolico (Asci) […]. Questa attiva
partecipazione alla vita extrascolastica e all’impiego del nostro tempo libero
consentì ai nostri genitori di inserirsi e di seguirci nel modo più naturale
ed efficace nel nostro piccolo (ma non tanto) mondo extrafamiliare e di
partecipare ai nostri interessi, senza apparire in alcun modo apprensivi o
ossessivi. Ciò costituì un elemento assai importante, direi fondamentale,
della nostra formazione, poiché si trattò di un inserimento spontaneo,
intelligente, partecipativo nei nostri interessi, inteso a guidarli e
indirizzarli costantemente verso un ideale superiore che li valorizzava anche ai
nostri occhi” (vedi nota *2).
E
lo Scautismo proposto con tale forza ai figli si incise così profondamente, che
ancora oggi - alla veneranda età di 95 anni - don Tarcisio non ha ancora posato
il suo fazzolettone, e la sua casa di Via A.De Pretis, n. 86 è riferimento
continuo per molti scout romani e non solo.
Va
precisato che la scelta dei coniugi Beltrame Quattrocchi di inserire
i propri figli nel gruppo scout certamente non fu casuale, quanto
piuttosto ben motivata e continuamente sostenuta. Ed assume ancor più
importanza se considerata nel momento storico che stavano vivendo.
Va
rilevato, infatti, che l’esperienza scout avviata nel 1907, si andava
progressivamente diffondendo a livello mondiale, e nel secondo decennio del
Novecento, lo Scautismo si stava affacciando nel mondo cattolico italiano, senza
trovarvi un terreno favorevole.
Articoli
pubblicati sulla stampa cattolica del tempo talora sollevavano una serie di
interrogativi
Eppure,
Maria e Luigi, molto attenti all’educazione dei figli e scrupolosi
com’erano, non si lasciarono influenzare da questi pregiudizi. Per verificare
se erano corrette le accuse di naturalismo rivolte allo Scautismo, Maria “fece
subito arrivare dall’Inghilterra il libro del fondatore dello Scautismo, sir
Robert Baden-Powell, per assicurarsi che non presentasse problemi dal punto di
vista religioso, data l’origine anglicana”
Conoscitori
dell’inglese, lei e il marito poterono leggere direttamente in lingua
originale, conoscendo così più da vicino la proposta scout. Luigi e Maria
Beltrame Quattrocchi si fidarono del gesuita padre Giuseppe Gianfranceschi,
nominato - come segno dell’approvazione pontificia dell’Associazione scout
appena costituita - Vice Commissario Ecclesiale dell’ASCI dal Segretario di
Stato. Personalmente, poi, questo padre gesuita fu “immediatamente conquistato
dallo scautismo, che difese con energia e coraggio contro critiche interne e
esterne al mondo cattolico”.
Pertanto,
alla luce di questo clima sostanzialmente contrario allo Scautismo,
si comprende quale fosse la fiducia nei confronti di tale metodo educativo
espressa dai coniugi Beltrame Quattrocchi nel momento in cui avviarono i due
figli al percorso formativo scout.
Intuirono
l’importanza pedagogica, convincendosi della bontà dei suoi principi
educativi e vi aderirono subito con appassionato entusiasmo.
Presero contatto con l’Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI), costituitasi in quegli stessi mesi, si interessarono in modo attivo per conoscere il movimento scout e parteciparono insieme alle prime riunioni programmatiche e divulgative, impegnandosi per diffonderlo a Roma.
Vedi anche nel sito della Santa Sede
La Cerimonia di Beatificazione di Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi - presieduta dal Santo Padre Giovanni Paolo II - si è tenuta in Roma, piazza San Pietro, Domenica 21 ottobre 2001 alle ore 10.
Ai Riti di ringraziamento successivi alla cerimonia di beatificazione c'è stata una partecipazione speciale degli scouts e delle guide: Santa Messa a San Giorgio al Velabro con gli scouts e le guide dell’Agesci e della FSE presieduta da Sua Eccellenza Monsignor Cesare Nosiglia, Vice - gerente di Roma, e concelebrata dagli Assistenti Ecclesiastici delle due associazioni scout cattoliche italiane.
Al
santuario della Madonna del Divino Amore (a Roma, sulla via Ardeatina) una
Santa
Messa solenne è stata poi presieduta da Sua Eminenza il cardinale Camillo
Ruini, Vicario generale della città di Roma, con la partecipazione degli
scouts (i Rover del gruppo FSE Roma 13, che ha sede nel Santuario, hanno avuto
il privilegio di svolgere il particolare servizio durante la cerimonia di
tumulazione dei corpi nella cripta). Vedi sopra il collegamento ad una
testimonianza.
(*1) Questa notizia si può
leggere in “L’esploratore ASCI Bollettino ufficiale della ASCI”, 23,
15 dicembre 1920, p.4. Presso il Centro Documentazione Agesci, è custodito
questo testo, datato 24 giugno 1919, dal quale si comprende che Mario Di
Carpegna apprezza la tesina prodotta da Maria Beltrame Quattrocchi.
Inoltre, la stima nei
confronti di questa donna è tale che Mario Di Carpegna la invita a partecipare
ad una riunione che ha intenzione di organizzare nella propria abitazione:
“Gentile Signora, non è affatto necessario che Lei invii altri temi. Questo
ultimo forma il … burocratico numero 10 e [...] per la sostanza credo di non
dirle nulla di nuovo affermando che Lei ha il numero 1 tra i nostri diplomati.
La sua tesi finale corona tutta la serie e, pubblicata produrrà certamente
ottimi risultati.
A proposito di propaganda di
autodifesa vorrei fare una riunione di carattere riservato - forse in casa mia -
uno di questi giorni; la combineremo oggi in Consiglio; e sarei veramente assai
lieto se Ella potesse intervenire.
Mi abbia sempre con i più
cari saluti.
Suo dev.mo Mario di Carpegna”.
(*2) Notizie sul servizio
scout svolto da Luigi Beltrame Quattrocchi nell’ASCI si trovano in P.
Papasogli, Questi borghesi… I servi di Dio Luigi e Maria Beltrame Q
u a t t r o c c h i, , San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano), 1994.,
pp.102-103. Si segnala anche A. Danese, G.P.Di Nicola, Un’aureola per due
Maria Corsini e Luigi Beltrame Quattrocchi, Città Nuova, Roma, 2001, p.78 e
p.73. In tale testo viene riportata la testimonianza del figlio don Tarcisio,
resa nel corso del processo di beatificazione dei genitori: cfr. Memoriale
Giurato di mons. Filippo (Tarcisio) Beltrame Quattrocchi, figlio vivente
(primogenito) allegato alle Carte processuali del Processo di beatificazione
del servo di Dio Luigi Quattrocchi - Romana Beatificationis et Canonizationis
Servi Dei Aloisii Beltrame Quattrocchi viri laici et patris familiaris,
Catania 12 gennaio 1880 - Roma 9 novembre 1951, § 181. Infine, vedasi L.Moia, Beati
genitori Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi nel racconto dei figli, Ancora,
Milano, 2001, p.54, pp.63-64.