Venerabile
Egidio Bullesi
(Bullesich)
1905 - 1929
Apostolo tra i ragazzi di Azione Cattolica, Scout, e della San Vincenzo.
giovane laico del Terz'Ordine francescano.
«Posso esclamare:
ecco, la mia vita segue una stella;
tutto il mondo, così, mi pare più bello».
Egidio Bullesi
1905 Nasce a Pola, terzo di nove fratelli in una famiglia di modeste condizioni. 1915 É profugo con la famiglia prima a Rovigno d'Istria, poi a Gratz. 1918 Torna a Pola, dove fa l'apprendista in un cantiere navale, impegnandosi in un opera di apostolato nel difficile ambiente di lavoro. 1920 In occasione di uno sciopero innalza il tricolore sulle gru più alte. Con due fratelli, dà vita all'Associazione Cattolica della Parrocchia, e diventa animatore dei giovani Aspiranti di Azione Cattolica. 1921 Partecipa a Roma al Congresso Nazionale per il 50° di fondazione dell'Azione Cattolica: vi ritorna carico di entusiasmo per lo Scautismo, ed è tra i promotori del Riparto Scout di Pola. 1925 Presta il servizio militare di due anni come marinaio, svolgendo una vivace opera di apostolato tra i commilitoni. Dopo il congedo, lavora come disegnatore nel cantiere navale di Monfalcone, ma presto la malattia lo obbliga a continue cure. 1928 Colpito dalla tisi lascia la casa per l'ospedale, dove resta fino alla morte, l'anno seguente. 1997
Nel mese di luglio la Chiesa lo riconosce come Venerabile. La Causa di
Beatificazione è ora all'esame a Roma. |
"Sento che è necessario infiammare i giovani e avviarli all'apostolato" Egidio Bullesi |
"Questa vita è tanto bella e quindi perché rattristarci? Allegria, sempre allegri, ma nel Signore. Una allegrezza cioè che derivi dalla buona coscienza, dal dovere sempre compiuto e dall'amore, dall'amicizia con il Signore. Essere sempre felici nel Signore: ecco la nostra allegrezza!".
Queste parole che Egidio Bullesi scriveva ad un amico, sono rivelatrici della sua spiritualità, attinta dal Vangelo delle Beatitudini e, sull'esempio di San Francesco d'Assisi, vissuta nella luce della fede, nella gioia della speranza, nel fervore della carità e nella gioia di lodare Dio, servire Dio e il prossimo con la santità di vita e le opere di misericordia. [1]
Egidio nasce il 24 Agosto 1905 nella città di Pola italiana (Istria), allora sotto l'Impero Austro Ungarico, da una famiglia di modeste condizioni economiche; il cognome della famiglia, Bullesich, verrà italianizzato poco prima della sua morte (1929).
Durante la Prima Guerra Mondiale,
quale città militare Pola deve evacuare la popolazione civile. Inizia per la
famiglia Bullesi un periodo di dolorose peregrinazioni: internata
dapprima a Rovigno d'Istria, poi - all'entrata in guerra dell'Italia - a Gratz,
la famiglia di Egidio soffre davvero la fame.
Nel 1918, al termine del conflitto, Pola con l'Istria e la Venezia Giulia (abitate prevalentemente da italiani), vengono assegnate all'Italia. All'età di 13 anni Egidio può finalmente fare ritorno nella città natale, iniziando anche a lavorare come apprendista nel cantiere navale della città, diventando poi operaio specializzato.
Nel difficile e pericoloso
ambiente di lavoro svolge una preziosa
attività di apostolato tra i giovani.
* * *
Entrato a far parte nel luglio 1920 del Circolo giovanile dell'Azione Cattolica "San Francesco", Egidio inizia l'opera di apostolato tra i ragazzi di Pola.
«Non c'era bisogno di un occhio di lince per scorgere la miseria morale e materiale della vecchia città adriatica nell'immediato dopo guerra. Le strade, i moli, le rive mostravano lo spettacolo triste di tanti poveri ragazzi abbandonati a sé stessi, bisognosi di una mano che li guidasse e di un cuore che li amasse. Bisognava avvicinarli, difenderli, educarli, prepararli alla vita». [2]
* * *
Nel 1921, in occasione del Congresso Nazionale a Roma, per il 50° della Gioventù Cattolica, a 16 anni Egidio viene designato dalla presidenza di Pola a rappresentare l'Associazione.
A Roma le vessazioni contro i Giovani Cattolici culminano in tafferugli e nell'arresto di alcuni di essi, fra i quali Pier Giorgio Frassati. Queste "accoglienze" si ripetono al rientro del gruppo a Trieste.
Egidio è di fuoco, ma felice: «beati coloro che saranno perseguitati», diceva.
Dal Congresso di Roma, dopo averli visti nelle manifestazioni, Egidio torna pieno di entusiasmo per i Giovani Esploratori, ed avanza così delle proposte per la costituzione di un Riparto Scout che, dopo qualche opposizione, viene approvato ad experimentum.
A pochi giorni dalla festa del Corpus Domini, Egidio fremeva desiderando che, in quella grande solennità, i Giovani Esploratori cattolici potesse prender parte anch'essi alla processione, e in uniforme, anche per poter essere conosciuti dalla cittadinanza. Sotto le mani volenterose di signore e ragazze, con l'aiuto dello stesso Egidio in un paio di giorni le uniformi scout furono pronte.
Lo
stesso Egidio farà poi parte del Riparto San Michele.
Ma purtroppo il Decreto di scioglimento dello Scautismo (nel 1927 per i paesi e le città più piccole, e poi definitivamente nel 1928) distruggerà presto questa gioia, e di fronte alla prepotenza del governo fascista gli Esploratori devono riporre le loro Fiamme e le uniformi.
Così il 9 febbraio 1927 Egidio scrive al fratello Giovanni (da La Spezia):
«Puoi immaginare quale impressione mi fece la notizia dello scioglimento degli Esploratori. Ammirabile la vostra fortezza d’animo e la devozione al Vicario di Cristo, colla quale accoglieste sì dolorosa deliberazione.
Ora, Giovanni, conservando uniti gli Esploratori, sarà bene costituire un Circolo a Panzano e federarlo alla Gioventù Cattolica, poi mantenere intatto lo spirito scautistico, evitando solo quello che può essere contrario alle intenzioni del Papa.
E
del resto continuare l’identica attività. Cercare quindi di tradurre in fatto
il proverbio: l’abito non fa il monaco. Va bene?»
Pur soffrendo profondamente per la chiusura del Riparto scout, Egidio non abbandona il suo apostolato fra i ragazzini. Tiene "istruzioni", racconta storie, spiega il Vangelo con semplicità, anima i giochi. I ragazzi si sentivano felici con lui, e a lui ricorrevano per un consiglio, per un aiuto.
La prima visita nelle licenze durante il servizio militare sarà, dopo casa, ai sui ragazzi.
* * *
Nel
febbraio 1925, a diciannove anni Egidio è chiamato a prestare servizio di leva
nella Regia Marina Militare, ed è imbarcato sulla nave “Dante
Alighieri”, impegnandosi anche qui in una coraggiosa opera di apostolato
cattolico fra i commilitoni per tutta la durata del Servizio Militare (dal 1925
al 1927).
«Con
la branda sotto braccio, in alto sulla prua della nave, guardavo il cielo,
pensavo a Dio fonte della mia gioia, della mia pace, della mia felicità»,
scriverà Egidio.
Questo periodo fu il più severo esame da superare per la difesa della fede e dei suoi principi morali. Ricco però della forza di Dio, non solo si mantiene fedele agli impegni battesimali, ma svolge un proficuo apostolato tra 1300 commilitoni, nei quali sa infondere la fede, l'osservanza della legge di Dio e la gioia della vita cristiana.
Sulla nave militare “Dante Alighieri” riesce a far nascere una sorta di club, trasformatosi poi in un vero e proprio circolo cattolico che sarà battezzato “attività serali frigorifere”, perché si riunisce nei locali dei frigoriferi della nave da guerra. Questo gruppo diventa un circolo cristiano, un "Circolo della Purezza" i cui soci si impegnano a vivere la castità, e questo in modo fraternamente allegro e cameratesco.
Tanti gli episodi che si potrebbero raccontare di questo periodo vissuto come marinaio (...e per questi possiamo rimandare ad una delle biografie). Ne ricordiamo solo uno.
Durante la navigazione, alla fine di luglio del 1925, una sera sbarcò ad Augusta, in Sicilia. Mentre gli occhi guardano stupiti le novità meravigliose di una terra mai vista, dal fondo affiora la malinconica nostalgia dell’azzurro istriano e della casetta piena di fratelli, con una mamma ed un papà che lo pensano sempre.
Passando vicino ad una chiesa sente un chiasso di bambini. Ricerca la porta che pare condurre dove il cuore lo attira.
Pochi giorni dopo scrive alla sorella Maria (3 agosto 1925):
«Trovai
un circolo di molti giovani, assieme a un giovane assistente ecclesiastico.
M’intrattennero molto bene e mi accompagnarono a visitare la bella chiesa del
luogo. Ma i giovani, quei giovani, quanto li trovai buoni, veramente cattolici:
premurosi, gentili, generosi, insomma avevano tutte le buone qualità di
giovani, cattolici. Dissi loro molte cose (erano tutti più giovani di me) e,
sai, come usiamo noi a Pola, me li presi a braccetto. Passeggiando, incontrai la
ronda, la salutai, ma fatti due passi mi sentii chiamare:
-
Marinaio. - Mi voltai rapidamente e mi piantai sull'attenti.
-
Non sai che è proibito andare a
braccio con i borghesi? -mi disse il
capo ronda.
-
Aiuto babe! - pensai tra me.
-
Come ti
chiami?
-
Egidio Bullesi.
-
Hai qualcosa per confermarmelo? -
Penso un momento ed estraggo la tessera
dell‘Associazione. Il capo mi guarda e dice:
-
Vedo che devi essere un giovane
dabbene; non passeggiare più a braccio con borghesi e va’.
Cosa
si può pensare di questo? Sarà un caso, ma noi cattolici vediamo l’opera
della provvidenza di Dio. La tessera della Gioventù Cattolica mi ha
mirabilmente salvato dal primo, inevitabile altrimenti, rapporto, che mi sarebbe
costato alcuni giorni di prigione di rigore».
Una ronda per bene... : dappertutto c’è tanta brava gente.
In un libro appartenuto ad Egidio si leggono dei versi: spiccano sottolineati tra i tanti. Sono di Santa Teresa di Gesù Bambino:
"Viver
d’amore è navigare, ognora
gioia
spargendo e riso attorno a me".
Nel testo originale si trova «attorno a sé». Egidio l’ha corretto e sottolineato: «attorno a me». E, sottolineando così deciso, pensa:
«Questa sarà la mia missione: gioia, riso, amore; questo il mio messaggio sul mare».
* * *
Tremò di gioia quando poté stringere tra le mani il congedo, ma c'era pure un velo di malinconia. Ormai sulla corazzata "Dante" si era come di casa, ci si voleva bene e si faceva del bene. In una lettera mandata da La Spezia il 20 febbraio 1927, ormai prossimo al congedo, scrive:
«Lascerò il servizio militare felice e orgoglioso d'aver dato alla Patria nostra coscienziosamente l'opera mia per oltre due anni e d'averla servita con fedeltà ed onore».
Brillano alcune conversioni tra gli amici commilitoni, frutto dell'azione di apostolato di Egidio Bullesi. Tra questi, il giovane amico Guido Foghin dopo la morte di Bullesi "prenderà i Voti" diventando frate francescano, missionario in Cina e poi in Guatemala, e assumendo significativamente il nome da religioso di Padre Egidio-Maria Foghin...
* * *
Egidio
aveva completato i suoi
studi
diventando disegnatore tecnico e, dopo il servizio militare, viene assunto con quella qualifica
nel cantiere navale di Monfalcone.
Così scrive Egidio:
«Si tratta di salvare molte anime di fanciulli:
si tratta di orientarle per tuta la vita verso Nostro Signore, verso il suo Cuore.
Si tratta di dare all'Italia nostra la giovinezza di domani, forte e pura, colta e pia,
si tratta di popolare il Cielo di Santi».
* * *
Ammalatosi di tubercolosi, il 29 Agosto 1928 viene ricoverato nell'ospedale di Pola, dando durante la lunga malattia esempio di forza d'animo e serenità francescana, arrivando anche ad offrire la sua vita per i missionari.
Egidio
Bullesi "tornò alla Casa del Padre" il 25 Aprile 1929,
a 23 anni e 8
mesi.
Questa volta non parte solo dalla sua casetta, come quando al mattino si recava nell'antica cattedrale di Pola per ricevere l'Eucaristia; o quando la sera, dopo una cena affrettata, usciva a discutere piani di conquista per il Regno di Dio o a caccia di anime. Tanti lo seguivano.
Aprivano il corteo funebre i bambini, poi i fanciulli dell'orfanotrofio che avevano conosciuto il sapore del pane "lievitato" dai risparmi sulla magra paga militare; i Terziari Francescani e le Associazioni, i suoi Aspiranti di A.C., i Padri francescani, e il consigliere spirituale Don Antonio Santin (futuro Vescovo di Trieste).
Dando l'estremo saluto dopo la cerimonia in Duomo, nel cimitero don Santin concluse con queste parole:
«...E non spargiamo lacrime, perché più che pianto, Egidio deve essere invidiato ed imitato. Non preghiere per lui, ma bensì attendiamo una pioggia di grazie per sua intercessione».
* * *
Dichiarato Venerabile nel luglio 1997 dalla Chiesa, la causa di Beatificazione è ora sotto esame a Roma.
Dal 1974 l'urna contenente il corpo del venerabile Egidio Bullesi è custodita in una cappellina nei pressi del Santuario della Beata Vergine di Barbana (Grado).
Santissima Trinità,
umilmente ti ringrazio per aver donato a tutti, ma specialmente ai giovani, in Egidio Bullesi un luminoso esempio di vita cristiana, di fedeltà al dovere quotidiano e di servizio a fratelli.
Degnati, di glorificarlo anche in terra a tua gloria e sua esaltazione e ti supplico con tutta la mia fede e il mio dolore di concedermi la grazia che ti domando...
+ Antonio Vitale Bommarco
Informazioni
e biografie del Venerabile E. Bullesi: C.C.P. 77430478
Sito web Santuario B.V. di Barbana: http://www.ofmve.it/index.php?option=com_content&task=view&id=327&Itemid=231
L'isola di Barbana e collegata a Grado (GO) da un servizio di battelli a poco costo, con diversa frequenza nei mesi dell'anno. Presso il Santuario sono disponibili le biografie del venerabile E. Bullesi scritte da G. Navone e da M. Kuhar, oltre al DVD che ne racconta la vita (possono essere richieste al R.P. Rettore). |
Fu apostolo sul lavoro in Cantiere, allora al centro di bestemmie e violenza. Fu apostolo durante il servizio in Marina militare, tra i 1300 commilitoni della corazzata Dante Alighieri, ottenendo significative conversioni. Fu apostolo francescano, Terziario laico entusiasta e intraprendente. Fu apostolo tra i ragazzi di A.C. e Scout. Fu apostolo degli anziani nel servizio della San Vincenzo. Fu Consolatore degli ammalati, quando era sano e quando fu malato anche lui. Fu apostolo in Ospedale, dove lasciò esempio di intensissima vita spirituale e di serena accettazione del dolore e della morte. |
PREGHIERA O Signore, che nel tuo servo fedele Egidio Bullesi hai infuso sentimenti di speciale delicata tenerezza verso i poveri, gli abbandonati, i semplici e gli esclusi, concedimi, per sua intercessione, la grazia che invoco, supplicandoti con fede, speranza ed amore... Te lo chiedo per la glorificazione del Venerabile Egidio, perché sul suo esempio, altri giovani sappiano farsi piccoli con i piccoli, poveri con i poveri, donando conforto a chi è sfiduciato, amore a chi è solo, e portando a tutti la gioia di spendere la propria vita a gloria del Tuo Nome. Amen. + Antonio Vitale Bommarco |
«I santi non hanno bisogno che li si vesta dei nostri apprezzamenti; meglio trasmettere spoglia la storia com'è avvenuta. Egidio è fin troppo ricco, anche proprio in quelle manifestazioni che sembrerebbero piccolezze e sono vera dignità di grandezza. Egidio ha fatto e farà strada da solo, non ha bisogno di stampelle, gli basta Dio. É il santo di cui nessuno fortunatamente s'accorgeva se non per il bene che riceveva e così ha continuato a passare per il mondo facendo del bene quale pellegrino, parlando ai singoli lungo la strada. [...] Bisogna pur far posto a santi nuovi! Ed Egidio è nuovo: non alla moda». Così scrive padre Gabriele Navone, nell'introduzione al suo "Venerabile Egidio Bullesi - Le ragioni della giovinezza". Non vogliamo "appropriarci" della figura di questo giovane Venerabile, vantando chissà quali meriti allo Scautismo, ma piuttosto crediamo che la breve vita di Egidio Bullesi possa essere fatta conoscere maggiormente anche nello Scautismo, portando giovamento. Non tanto perché Egidio fu entusiasta promotore dello Scautismo cattolico nella sua città, ma piuttosto perché possiamo trovare nella sua sensibilità, e in molti tratti del carattere, qualcosa di affine al nostro stile, alla gioia di vivere e nell'opera di apostolato cristiano verso i giovani condivisa da tanti Capi dello scautismo. Piace pensare che, forse, nella sua adesione allo Scautismo vi è anche l'intuizione di una "strada" provvidenziale, capace di portare gioiosamente i giovani al Padre... Sembrano infatti rivolte anche ai Capi dello Scautismo queste parole di Egidio: «Si tratta di salvare molte anime di fanciulli: si tratta di orientarle per tuta la vita verso Nostro Signore, verso il suo Cuore. Si tratta di dare all'Italia nostra la giovinezza di domani, forte e pura, colta e pia, si tratta di popolare il Cielo di Santi». |
(liberamente tratto ed adattato dalla biografia scritta da Gabriele Navone, "Venerabile Egidio Bullesi - Le ragioni della giovinezza", Centro Bullesi - Santuario di Barbana, Grado - GO)
[1] Dal "Decreto sulle Virtù", Congregazione delle Cause dei Santi, Diocesi di Trieste e di Pola. Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Egidio Bullesi. 7 Luglio 1997 [2] P. Ubertino Hohl o.f.m., in "Venerabile Egidio Bullesi - Le Ragioni della giovinezza", di p. Gabriele Navone, p32
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