CADUTO IN IRAQ NEL MARZO 2005, FACENDO SCUDO AD UNA OSTAGGIO |
Nicola Calipari
Agente del SISMI. Scout.
«Gli Scout divengono adulti, come gli altri ragazzi, ma quando accedono alle loro responsabilità adulte, sociali, politiche o sacerdotali, essi non fanno battere il tamburo.
Dichiarano di aver passato 21 mesi al Polytechnique, ma tacciono dei loro dieci anni di Scautismo.
Non solo non sbandierano mai, ma la maggior parte d’essa ha quasi una falsa vergogna delle loro origini.
Gli Scouts caduti sui campi dell'Onore (in ranghi un poco più serrati che altrove) sono morti come cittadini e non come Scouts».
Michel Menu, "Arie e tecnica del Capo",
ed. Ancora, p.98
«Da investigatore di rango negli uffici della Squadra mobile di Roma a 007 impegnato nella liberazione di Giuliana Sgrena. Nicola Calipari, 50 anni, calabrese d'origine, aveva ricoperto nella sua brillante carriera di investigatore incarichi di prestigio nella Polizia di Stato.
Il primo di rilievo, negli anni '80, come capo della Squadra mobile di Cosenza, il passo successivo è stato come funzionario della Squadra narcotici alla Squadra mobile di Roma negli uffici in via di San Vitale, dove aveva concluso con successo indagini di spessore nazionale contro la malavita, le associazioni mafiose che imperversavano nella capitale.
In seguito era passato a guidare la sezione criminalitá organizzata per poi diventare vice dirigente. Successivamente, dal '97 alle metá del '99 Calipari ricoprì l'incarico di funzionario presso la Criminalpol e poi al servizio centrale operativo (Sco) prima di guidare il servizio immigrazione del ministero dell'Interno e poi essere nominato dirigente dell'ufficio stranieri della questura di Roma nel 2001.
Attualmente era vice direttore operativo del Sismi».
(dal Corriere della Sera del 5 Marzo 2005)
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Lupetto ASCI (Associazione Scoutistica Cattolica Italiana) |
«È Nicola Calipari l'agente del Sismi ucciso a Bagdad poco dopo la liberazione di Giuliana Sgrena [la giornalista rapita].
Secondo la ricostruzione fatta dal direttore del Manifesto, Gabriele Polo, Giuliana Sgrena stava viaggiando su un'auto insieme a Calipari e altri due agenti dei servizi italiani.
Erano diretti a Bagdad e nessuno di loro era armato quando, a un posto di blocco Usa, sono partiti dei colpi in direzione della macchina.
Nicola Calipari è stato colpito a morte, mentre Giuliana Sgrena e un altro agente sono rimasti feriti. La versione del comando Usa è che l'auto «si stava avvicinando a forte velocità al posto di blocco».
I militari hanno fatto fuoco per rispondere a quella che ritenevano una minaccia».
(dal Corriere della Sera del 5 Marzo 2005)
Zeb ha ricevuto:
Carissimi,
Il recente intervento in Iraq per liberare la giornalista Sgrenga, mi ha colpito
in maniera particolare per il Ritorno alla Casa del Padre di Nicola Calipari,
Dirigente della Polizia di Stato.
Ricordo Nicola, scout del riparto Aspromonte ASCI del Reggio Calabria 1, Novizioe Rover del Clan Montalto, Aiuto capo del Riparto Aspromonte e Capo Riparto del Riparto del Gruppo Reggio Calabria 3.
Seppur
la vita ci aveva allontanato, dato che Nicola entrato in Polizia , operava in
altre città, vi era un ricordo costante e spesso ci scambiavamo i saluti
tramite il fratello sacerdote ed un suo cugino , collega medico,
nonchè tramite alcuni miei parenti rimasti a lui molto legati.
Nella sua scelta di difendere con il Suo Corpo la giornalista, penso che molto abbia influito la sua formazione giovanile scout.
Ieri sera eravamo in preghiera, quando è arrivata la notizia con Don Nuccio Cannizzaro, suo compagno di noviziato rover ed oggi parroco e probabilmente la Comunità parrocchiale di S.Elia profeta è stata la prima a pregare per tale eroe di tutti i giorni.
Scusatemi,
ma sento di comunicarVi ciò.
Mario Laganà (MASCI,
Calabria)
Da lupetto a capo scout, sempre al servizio «Era il più disponibile quando si doveva lavorare». «Quella volta che ci perdemmo in Aspromonte diede coraggio a tutti» Da Reggio Calabria, Giovanni Lucà Quando Nicola Calipari indossò la sua prima divisa di «lupetto» aveva sei anni, una divisa che non tolse più. Come lo spirito che anima ogni scout, quello stesso spirito che ha conservato fino all’ultimo gesto della sua vita. «Era il ragazzo più disponibile quando si doveva lavorare», ricorda il professor Teofilo Maione, docente in pensione, capo scout a Reggio per molti anni. «Della sua squadriglia – dice ancora – era sempre quello che stava accanto ai più piccoli. Di lui ricordo anche le grandi capacità tecniche: era bravo nell’orientamento, nell’osservazione, nel costruire ponti, nella cucina; e nelle riunioni era una miniera di idee». Per il professore Maione, «Nicola ha saputo tradurre la sua disponibilità al servizio dimostrata da scout, anche nella sua attività professionale». Uno di quelli che è stato sempre accanto a Nicola è un suo coetaneo, l’architetto Giuseppe Partinico. Assieme nei cinque anni di scuola elementare alla De Amicis, altri tre di media alla Galilei e poi nella famiglia degli scout. «Siamo diventati capi, negli anni ’70, al gruppo Agesci Reggio Calabria 3, che ha sede presso la parrocchia della Candelora – ricorda l’architetto –. Ma i trascorsi da scout con Nicola iniziarono nel cortile del Duomo al Reggio Calabria 1 da "lupetti" e poi da "esploratori", su e giù per il campanile». È difficile in un momento come questo frugare nella memoria per cercare tra i tanti momenti condivisi, ma non può non raccontare, tra lacrime di commozione, la disavventura vissuta con Nicola nel 1976. «Eravamo diventati capi e ci avevano affidato un gruppo di ragazzi più piccoli durante un’escursione in Aspromonte; ci siamo persi in una zona impervia dove siamo stati costretti a pernottare. Nicola dava coraggio e forza a tutti, fino a quando l’indomani siamo riusciti a ritrovare il sentiero». L’architetto Partinico accarezza tra le mani una foto ingiallita e dice: «Nicola non aveva un grande fisico e con gli amici spesso lo prendevamo in giro per la sua statura non proprio da corazziere. Oggi lo abbiamo perso per la sua grande statura di uomo». Gianni Pensabene, ex assessore comunale di Reggio Calabria, in quegli anni era responsabile giovanile dell’Agesci: «Nel 1976 organizzammo in Calabria un raduno di scout che aveva per obiettivo lottare per restare in Calabria e per costruire una Calabria diversa. Il gruppo di Nicola, quello della Candelora, era il più numeroso, a dimostrazione della sua dedizione totale nel fare ogni cosa». |
da "Avvenire", 06/03/05 |
Il 22 marzo 2005 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito a Nicola Calipari la Medaglia d'oro al Valore Militare con la seguente motivazione:
"Capo Dipartimento del Servizio per le informazioni e la sicurezza militare - già distintosi per avere personalmente condotto molteplici, delicatissime azioni in zona ad altissimo rischio - assumeva il comando dell'operazione volta a liberare la giornalista Giuliana Sgrena, sequestrata da terroristi in Iraq.
Prodigandosi con professionalità e generosità, sempre incurante del gravissimo rischio cui consapevolemente si esponeva, animato da altissimo senso del dovere, riusciva a conseguire l'obiettivo di restituire la libertà alla vittima del sequestro, mettendola in salvo.
Poco
prima di raggiungere l'aeroporto di Bagdad, nel momento in cui l'autovettura
sulla quale viaggiava veniva fatta segno di colpi d'arma da fuoco, con estremo
slancio di altruismo, faceva scudo alla connazionale con il suo corpo, rimanendo
mortalmente colpito".
Reggio Calabria, martedì 22 marzo 2005
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