Il Santo Padre Giovanni Paolo II alle Guide e Scouts
dell'AGESCI in occasione del
Campo Nazionale 2003
Carissimi
Scout e Guide dell’AGESCI!
1.
E’ ancora vivo in me il ricordo della visita che ho avuto la gioia di
effettuare ai Piani di Pezza in Abruzzo, nell’estate del 1986, ai partecipanti
alla vostra "Route" nazionale. Quest’anno avete voluto
proporre una nuova grande esperienza comunitaria, il Campo nazionale, che avrà
luogo contemporaneamente in quattro località, nelle province di Avellino,
Cagliari, Perugia e Torino. Questa volta, purtroppo, non posso accogliere il
vostro graditissimo invito a venire tra voi. Desidero tuttavia assicurarvi che
vi ricordo con affetto e vi sono vicino con la preghiera, affinché ciascuno di
voi, giovane o adulto, possa vivere in pienezza le giornate del
"campo".
Circa
tre mesi fa ho accolto in udienza un folto gruppo di dirigenti e responsabili
della vostra Associazione, ai quali ho ribadito la fiducia e la stima della
Chiesa per i contenuti e il metodo della proposta educativa che l’Associazione
sviluppa. Ora, mentre vi penso a migliaia negli splendidi scenari in cui
pianterete le tende, vorrei riprendere uno dei temi formativi a voi cari e cioè
l’importanza che deve rivestire il continuo approfondimento della fede,
valorizzando l’amore e il rispetto per la natura: si tratta di un compito che
oggi s’impone a tutti con urgenza, ma che gli scout vivono da sempre, spinti
non da un vago "ecologismo", ma dal senso di responsabilità che
deriva dalla fede. La salvaguardia del creato, infatti, è un aspetto
qualificante dell’impegno dei cristiani nel mondo.
2.
Là dove tutto parla del Creatore e della sua sapienza, dalle maestose montagne
alle incantevoli valli fiorite, voi imparate a contemplare la bellezza di Dio, e
la vostra anima, per così dire, "respira", aprendosi alla lode, al
silenzio ed alla contemplazione del mistero divino.
Il
"campo" a cui state partecipando, oltre a una vacanza avventurosa,
diventa in tal modo un incontro con Dio, con se stessi e con gli altri; incontro
favorito da una profonda revisione di vita alla luce della Parola di Dio e dei
principi del vostro progetto formativo.
Quando
Gesù portò con sé Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor, certamente ebbe
modo di ammirare con loro il panorama della Galilea che di lassù si gode. Ma
non era questo, ovviamente, il suo obiettivo primario. Egli voleva rendere i
suoi discepoli partecipi della sua preghiera e mostrare loro il suo volto
glorioso, per prepararli a sostenere la dura prova della passione. Con le debite
proporzioni, non è questo anche il senso dei "campi" che l’AGESCI
propone ai suoi aderenti? Si tratta di momenti forti in cui, favoriti
dall’ambiente naturale, voi farete una significativa esperienza di Dio, di Gesù
e della comunione fraterna. Tutto ciò vi prepara alla vita, a fondare i vostri
progetti più impegnativi sulla fede e a superare le crisi con la luce e la
forza che vengono dall’Alto.
3.
Carissimi, il cammino scoutistico dell’AGESCI mira a formare la personalità
dei ragazzi, dei giovani e degli adulti secondo il modello evangelico. É una
scuola di vita, nella quale si impara uno "stile" che, se ben
assimilato, si mantiene per tutta la vita. Questo stile si riassume nella parola
"servizio". E se ciò vale per ogni giovane che partecipa
all’esperienza scoutistica, indipendentemente dalla sua fede, è vero a
maggior ragione per voi, che vi chiamate e volete essere realmente
"cattolici". Il vostro servizio dovrà essere ancor più generoso e
disinteressato, sul modello di quello di Gesù che disse: "Vi è più gioia
nel dare che nel ricevere!" (At 20,35).
Carissimi
Scout e Guide, vi assicuro la mia presenza spirituale, avvalorata dalla
preghiera perché la Madonna, Vergine fedele, vi protegga e vi accompagni.
Con
questi pensieri e sentimenti di cuore benedico voi, i vostri responsabili e
l’intera famiglia dell’AGESCI.
Da Castel Gandolfo, 28 luglio 2003
Giovanni Paolo II