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 da "SCOUT" - Consiglio Generale 2001

(AGESCI, Febbraio 2001, pp.12 -16)

 

BRANCA ESPLORATORI GUIDE  

«[...] La distribuzione territoriale degli E/ G lascia, ampi spazi di riflessione con dati interessanti per alcune regioni.

Dati non solo quantitativi, che vanno letti con i risultati dell’osservatorio ragazzi del Settore Specializzazione ed in parallelo con le letture compiute dalla redazione di “Scout Avventura”, finestra aperta sullo spaccato esploratori e guide.

Si evidenzia, quindi, una lettura dello stato della branca con luci ed ombre: ad una crescente voglia dei ragazzi di coinvolgersi in attività importanti (per il 62% degli E/G è sempre il tempo giusto per vivere l’avventura, un’avventura vissuta con un’adeguata pre­parazione) e a un grande desiderio di giocarsi nelle attività all’aria aperta (80% degli E/G nell’Indagine calo dei censiti) fa però riscontro una realtà di esperienze di vita di reparto piuttosto delu­dente.

Emerge, infatti, soprattutto per l’età dei 13/14 anni, che i ragazzi non si divertono, la ripetitività e l'ordinarietà delle riu­nioni prende il sopravvento sullo specifico dello scautismo, manca quello spirito di avventura tipico della proposta scout ed E/G soprattutto, una carenza importante di protagonismo da parte dei ragazzi, sempre più guidati e controllati dai capi. Le tec­niche piacciono ed attirano ancora moltissimo, secondo i dati del Settore Specializzazione, ma non trovano riscontro nel sentiero dei singoli, quasi rari gli E/G con brevetti di competenza, molti sono in possesso solo di una o due specialità raggiunte con tempi piuttosto lunghi. Il sentiero di competenza, la progressione perso­nale sono, quindi, in difficoltà.

Il lungo percorso di “Erick il Rosso” e “Le vie dell’avventura”, dal maggio 1999 ad ottobre 2001, attività che ha coinvolto un campio­ne di un’ottantina di reparti in tutta Italia, ed il percorso del labo­ratorio itinerante sull’impresa, ci ha permesso di avere dati impor­tanti su come si vivono oggi, l’avventura, la competenza, l’impre­sa e la vita di squadriglia, la responsabilità e lo spirito scout.

Anche da questa lettura la branca appare statica, con i ragaz­zi privi di occasioni di reale avventura in cui sperimentare se stes­si e le proprie competenze, con reparti nei quali la verticalità, perno importante del metodo, perde gran parte del suo valore a fronte di una deresponsabilizzazione crescente e del tutti fanno tutto; anche qui l’impresa appare in crisi.

Siamo di fronte ad una difficoltà evidente nel vivere a fondo la pro­posta di branca, con forti responsabilità da parte degli educatori non sempre capaci di comprendere e collocarsi criticamente in un contesto sociale certamente sempre più intricato e complesso. Se chiaro appare il contesto associativo, grazie ai percorsi ed alle riflessioni intraprese, forse andrà definito il contesto sociale, che può apparire con forti segnali di contraddizione [...].

In perfetto allineamento con i percorsi ed i processi lanciati dall’Area Metodo, nel contesto del patto tra le generazioni, la branca dovrà comunque compiere ulteriori passi lungo questo sentiero intrapreso: la condivisione della lettura, solo in parte compiuta, sulle difficoltà dei capi; il dialogo con la Formazione Capi per la formazione al metodo, un passaggio essenziale e imprescindibile per controbilanciare il forte turn over dei capi ed un trapasso nozioni a tutti i livelli in difficoltà; un continuo e sempre più pro­ficuo dialogo con le realtà regionali ed uno scambio di input e sti­moli tra i diversi livelli coinvolti, dalle zone al livello centrale.

Passi da compiere in un solco già tracciato, che apre la strada a momenti importanti per la branca e per tutti gli esploratori e le guide in un crescere di autonomia, competenza e responsabilità, che restano le sfide essenziali per la branca nei prossimi anni».

 

BRANCA ROVER E SCOLTE

I NUMERI

       m            f            miste
rover e scolte 16.536     14.753
Unità             115          61         1.796

  totale ragazzi/e      31.289

totale unità   1.972

  I numeri sono ricavati dai censimenti inviati dalla Segreteria

centrale. Altri dati sono stati richiesti per osservare il trend di

crescita negli ultimi 5 anni [...]

Emerge:

        la presenza predominante di unità miste rispetto a quelle monosessuali, a causa dell’età dei ragazzi

~ ATTENZIONE a non trascurare completamente i momenti separati

        dei 61 fuochi in Italia ben 36 sono siciliani, questo, comun­que, deriva da una tradizione locale che da sempre caratteriz­za quella regione

        una media di 16 ragazzi per unità (più piccole - sui 6 - solo le unità in Molise e Valle d’Aosta): un buon numero

        rispetto alla verifica storica, che comprende sia i dati di unità che il numero di censiti, emerge chiaramente che, di fronte ad un calo di unità circoscritto ad alcune regioni (esempio Lombardia e Lazio e sfiorate Liguria, Emilia, Friuli, Piemonte), si assiste ad un calo generalizzato degli iscritti, più o meno evidente nelle singole regioni e in tempi diversi (esempio in Lombardia vistoso e progressivo dal 1995, in Lazio e Liguria progressivo dal 19971’98 in Sicilia dal 1998/’99...). [...]

SPECIALIZZAZIONI

Il dato che ci conforta è rappresentato dal grande successo dei campi di specializzazione R/S, segno che anche nella nostra bran­ca (che novità!) c’è bisogno di imparare a fare e soprattutto di fare, forse anche di più capi capaci di entusiasmare nel saper fare oltre che nel saper dire. [...]

ROUTE DI ORIENTAMENTO

Campi di Formazione Associativa - Campi di Formazione Metodologica

Il bassissimo numero di CFA di branca, da 4 a 6 all’anno, con una partecipazione media di 25 allievi per campo, e l’altrettan­to basso numero di CFM di branca mediamente 6/8 l’anno su tutto il territorio nazionale con picchi negativi di 4 nel 1997, ci fanno dire, ormai da troppo tempo, che è il caso di mettere mano alla formazione di branca. Gli elementi che abbiamo circa i CAM di branca sono assolutamente sconfortanti, a conferma che il capo in branca R/S risulta essere prevalentemente o un adulto di provenienza extrassociativa o un giovane capo con formazione L/C o E/G. [...]

Le ragioni della crisi sono molteplici, tra le altre:

        il problema “strutturale” di un iter metodologico (CFA + CFM in tempi ristretti) che viene “consumato” rapidamente e nella maggior parte dei casi nelle branche L/C e E/G, essendo rarissimi i casi di giovani capi che come primo servizio asso­ciativo scelgono la branca R/S (peraltro per ovvie ragioni);

        l’offerta "allettante” di campi interbranca che, da chi ancora non è capo R/S, ma forse lo sarà, vengono letti come un paghi-uno-porti-via-due (o tre);

        una crisi, comunque in atto, dei giovani capi R/S che vivono con maggiore difficoltà questo servizio che li interroga sulla loro testimonianza personale;

        un non-vissuto del “fare” scautismo degli adulti extrassociati­vi, che non è rimediabile con chiacchiere e sessioni.

Nelle regioni sono in atto diversi tentativi di “metodo in pillole” (week end metodologici, incontri con le zone, CAM...) che ci riproponiamo di osservare e discutere insieme.

Il tema della formazione al metodo dei capi sarà uno dei princi­pali argomenti sia di discussione con le regioni, sia all’interno della pattuglia, nella prospettiva sviluppare delle proposte sia interne alla branca sia da sottoporre alla Formazione Capi. [...]

SUSSIDI

La grave mancanza di sussidi formativi per i capi e di letteratura rivolta ai ragazzi che sia aggiornata ai nostri tempi è un’altra spina nel fianco debole della formazione al metodo

È urgentissima l’uscita del “dizionario” del Roverismo / Scoltismo nel terzo millennio... Si ribadisce l’interesse per una struttura che dia possibilità al lettore di creare il suo percorso e inviti anche i più restii a sfogliarlo (buono il dizionario). Si ritiene, comunque, molto importante una buona introduzione che colleghi le idee e spieghi il quadro di insieme [...]».

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