Monsignor Faggioli
- un fondatore dello Scautismo cattolico bolognese -
«Ritrovandovi qui radunati per il mio funerale, a chi ve lo chiede dite che è morto un prete, è morto un parroco, è morto don Emilio».
Non ho conosciuto personalmente Monsignor Faggioli ma, la sua figura di "sacerdote scout" delle origini dello Scautismo cattolico italiano, mi ha sempre colpito.
Don Emilio Faggioli è stato infatti - nell'Aprile 1917 - il fondatore del primo Riparto scout cattolico della regione Emilia (una formella commemorativa è posta nel loggione della chiesa di San Giovanni in Monte, a Bologna), Commissario Regionale ASCI fino al Gennaio 1923, Assistente Ecclesiastico ASCI per l'Emilia, e alla testa dello scautismo alla rifondazione nonché animatore del primo Guidismo cattolico emiliano - romagnolo nel 1945.
Così
ricordava uno dei primi capi del gruppo Bologna 1 "Pro Fide et
Patria":
«[
nel 1917, in un ] clima di guerra alla frontiera e di aspre polemiche interne,
il piccolo seme dell’ASCI venne coltivato da un giovane Curato coll’argento
vivo addosso, patriota, avvenirista (concordatario ed ecumenico ante litteram),
eclettico, testardo di vera razza. Il "don Emilio" di tutta l’epopea
scautistica Emiliano - Romagnola, il maestro che sfidò tutto e tutti per fare
il bene dei giovani e ci insegnò il coraggio, la lotta, il sacrificio, la perseveranza
per la Fede e il buon diritto di una causa giusta».[1]
...Basti ricordare che era proprio don Emilio il conferenziere invitato da don Giovanni Minzoni ad Argenta (FE)., "martire dello Scautismo cattolico italiano", a presentare il Metodo educativo dello Scautismo cattolico.
Lo
stesso don Emilio Faggioli raccontava con queste parole i "tempi
eroici" dello scautismo, e la nascita del gruppo scout da lui fondato:
«Il
Circolo “Pro fide et patria” si
fece promotore della costituzione di un primo Riparto al quale diede i suoi
aspiranti ed il nome. Alla prima squadriglia “Aquila” si aggiunse presto la seconda “Camoscio”, e poi si svolse lentamente la organizzazione costituendo gli altri
Riparti cittadini. Il movimento svolto a Bologna si estese presto in tutta la
Regione emiliana. Il
programma era eminentemente formativo. Formare nei giovani il carattere
su base religiosa. Studio della dottrina cristiana, pietà vissuta, senso di
disciplina, conoscenza della natura, vita all’aperto, spirito di iniziativa,
lealtà massima, purezza cosciente. Ben conoscendo la difficoltà
dell’ambiente feci mio il motto: “Pochi
ma buoni”. [...] Il lavoro non fu mai senza lotte. Si iniziò con
pubblicazioni critiche e minacce, seguitammo il lavoro e ci temprammo la volontà.
Al teatro Verdi, celebrandosi il cinquantenario della Gioventù cattolica
facemmo le bastonate, violenze affrontammo a Roma ed in quasi tutte le città,
da Torino dove venne assassinato Pierino
Del Piano [nel 1919 da estremisti di sinistra], e ad Argenta dove fu barbaramente stroncata l’attività di
D.
Giovanni Minzoni [nel
1923 da fascisti] . Non
insegnavo ai ragazzi di mangiare del leone, ma neanche del coniglio.
Non
abbiamo mai offesi gli altri ma abbiamo sempre preteso la libertà di cittadini
e di cristiani. Vennero però le leggi rovinose. Fu istituita l’Opera
Nazionale Balilla, che doveva
raccogliere tutti i fanciulli d’Italia. Vennero le leggi del Regime [...]
e
nel 1928 uscì la legge che aboliva interamente la A.S.C.I» [2]
Con la Pace, nel 1945 risorse lo scautismo cattolico, e con questo nacquero "le Guide". La prima commissaria regionale dell'Associazione Guide Italiane, la dottoressa Emma Tornimbeni, ricordava:
«quando Monsignore mi chiese di organizzargli le Guide in Emilia, rimasi parecchio perplessa. Avevo pochissimo tempo libero e conoscevo pochissimo il movimento Scout. Comunque era difficile ... resistere alla dialettica di Monsignore, per cui accettai di conoscere meglio il movimento, molto più che mi era naturalmente simpatico. [...] Il 27 dicembre del 1945 facemmo la prima Promessa; le prime camicette [dell'uniforme scout] furono fatte usando camiciotti militari comprati in Piazzola. Ma anche senza molta eleganza eravamo sinceramente felici».[3]
Molto di di don Emilio, e della sua passione per lo scautismo cattolico, si può conoscere dai racconti di quanti lo conobbero, o in testi celebrativi. Ma il "suo" Gruppo Scout, il Bologna 1° ASCI "Pro Fide et Patria", da don Emilio voluto e fondato nell'Aprile 1917, è stato il seme dello Scautismo cattolico non solo nella nostra città, ma in tutta la Regione e, nel 1966, l'ASCI volle esprimere la sua riconoscenza a don Emilio con l'onorificenza scout dell'"Aquila d'argento" che ricevette assieme a Lorenzo Franzoni, nel dopo guerra commissario ASCI per vari lustri .
In un Movimento educativo così fortemente caratterizzato come lo scautismo, «fare memoria ha anche il senso di ricordare per continuare, per non dimenticare, per non deformare».[4] Gli assistenti ecclesiastici e i capi scout della prima ASCI[5] (1916 - 1928), e tanti altri che si lanciarono nella rifondazione dello scautismo cattolico nel 1945, sono da tempo "tornati alla Casa del Padre", ma è una necessità, quasi un obbligo di gratitudine, "fare memoria" di quanti hanno contribuito alla sua nascita e alla sua diffusione, cercando di «lasciare il mondo un po' meglio di come lo avevano trovato» (Baden - Powell); e questo anche attraverso l'apertura dei Gruppi scout, nei quali siamo cresciuti o viviamo, e l'"apostolato" educativo di capi scout. Diventa allora importante per noi Capi scout ringraziare Dio per il grande dono, e ricordare il loro insegnamento, per tramandare un ideale originario, un ideale di vita[6].
Monsignor Emilio Faggioli, primo Commissario regionale dell'ASCI, assistente ecclesiastico scout, "innamorato dello scautismo", appartiene alla schiera di coloro che ci hanno preceduto lungo la strada, "lasciando una traccia" di fedeltà ad uno scautismo profondamente cattolico e rigoroso.
Purtroppo
all'inizio degli anni '70, nel contesto del progetto "Nuove Chiese", e
alla parallela operazione "Nuovi Gruppi" scout promossa dall'ASCI
bolognese, il Bologna
1° ASCI venne chiuso per "garantire" capi scout alle unità aperte
qualche anno prima in una nuova parrocchia di periferia. Il capo gruppo di
allora ricorda che «il
Gruppo venne chiuso perché, dopo avere aperto una “succursale” presso la
parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa, alla Funivia, in quanto nel centro
storico i bambini e ragazzi erano sempre meno numerosi», il Bologna 1 non
fu in grado di mantenere un servizio serio contemporaneamente alle vecchie e
alle nuove Unità.
«Si
optò per la Funivia perché lì la “domanda” era forte, sacrificando San
Giovanni in Monte, dove i capi avrebbero svolto il loro servizio per pochi
ragazzi».
Monsignor
Faggioli non era d’accordo con questa decisione, che accettò a malincuore, ma
«pose come condizione che la denominazione “BO 1°” ed il colore del
fazzolettone “blu”, venissero riservati alla sede storica della parrocchia
di San Giovanni in Monte, per eventuali “rinascite”».
Mi
piace concludere con quanto affermava un altro "grande" Assistente
spirituale scout (Baden - Mons. Andrea Ghetti):
«Ci
sono molte strade che conducono alla casa del Padre: lo Scautismo cattolico si
sforza, in umiltà e povertà, ad essere una di esse. Ma occorre conoscerlo e
viverlo intensamente».
E
a questo spirito è rimasto fedele don Emilio Faggioli.
[1] Bartolomeo Delli, "Inizi", in "Riparto Bo I 'Pro Fide et Patria', 1917 - 1967. 50° di fondazione", p.23
[2] Mons. Emilio Faggioli, in "Riparto Bo I 'Pro Fide et Patria' ", cit., pp. 100-103
[3] Emma Torninbeni, "Le guide in Emilia", in "Riparto Bo I ",cit. p81
[4] Dall'intervento di Vittorio Cagnoni all'incontro di San Martino della Comunità Scout di Soviore, 2 Novembre 2002
[5] A.S.C.I., Associazione Scautistica Cattolica Italiana, fondata nel 1916 e sciolta dal regime fascista nel 1928; rifondata poi nel 1945, unitasi poi nel 1974 con l'associazione femminile A.G.I. (Associazione Guide Italiane 1943 - 1974)
[6] Dall'intervento di Vittorio Cagnoni, cit.