Seguendo
il tema francescano sulle strade dell’Umbria hanno marciato
ben 151 persone, tra Staff e partecipanti,
appartenenti ad Agesci e FSE. Le provenienze confermano l’importanza
e la popolarità di questa Route: Sicilia, Calabria, Lombardia, Liguria,
Marche, Umbria, Lazio ed Emilia-Romagna
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Route
di Natale 2002
“Signore,
cosa vuoi che io faccia?”
“La
route comincia domani” è il saluto con cui ci siamo lasciati
ad Assisi, al
momento di tornare alle nostre case Ed
è proprio , dal “dopo-route”,
che desidero iniziare a raccontare l’esperienza che, “con
ostinato rigore”, anche questo Natale ha vissuto la Comunità Scout di Soviore .
Leggo
e rileggo i messaggi che vanno comparendo sul forum on-line della route, creato per continuare a respirare, un po’ dello spirito della
Comunità Scout e per condividere le scoperte, le testimonianze, le conquiste, le
difficoltà di ciascuno dei partecipanti. Sono contributi belli, appassionati o
riflessivi, di critica o di
incontenibile entusiasmo, di cambiamento e di conferma, di fede e di ricerca.
Danno la percezione di quello che sta maturando in noi al di là dei bei propositi (a volte frutto dell’euforia del
momento) che immancabilmente facciamo al momento di partire ma che spesso non
riusciamo a trasformare in realtà d’ogni giorno. Dai messaggi sul forum,
ancor più che dalle impressioni a caldo capisco che i nostri ragazzi, le nostre
ragazze, ancora una volta hanno camminato bene e con fiducia, hanno vissuto con
pienezza la Strada che, “entrando dai
piedi”, ha depositato nei cuori un “piccolo
seme” da cui è capace di nascere “un
grande albero”. E’ un piccolo seme che i più anziani tra noi ben
conoscono. E’ il seme della santità scout.
Come
è possibile tutto ciò? Giulia di Levanto che prega la liturgia delle ore a
casa con il padre e la madre… Teresa di Frosinone che si ammala in modo serio
e dal letto d’ospedale dice: “renderò bella questa malattia”... Leonardo
di Busnago preso per matto e chiamato “l’asceta”…
Francesco di Frosinone che va a scuola contento… Rover e Scolte, che non sono
venuti alla route, ma che vedono gli altri molto cambiati e si domandano quale
sia il segreto… Insomma, come è possibile tutto ciò? E da me, proprio da
me:…. cosa vuoi, Signore, che io faccia”?
Risuona
ancora nella mente questa domanda, tema della route, che ci ha accompagnato
lungo la strada, fino alla chiesa di S.Chiara in Assisi, dove abbiamo sostato
davanti al Crocifisso di S.Damiano e
sentire chiara la risposta: “Va’
e ripara la mia casa: non vedi che è in rovina?”.
Facciamo
un passo indietro.
Ci
siamo incontrati il 26 dicembre a Gualdo Tadino dove, dopo un’attesa
indefinibile per un guasto meccanico “con prognosi riservata” al pullman del
gruppo di calabresi (costretti a pernottare in un autogrill ma infine giunti il
mattino seguente), sono state formate 15 unità di formazione, ciascuna di circa
10 persone. Il 27 dicembre, dopo le lodi in Cattedrale a Gualdo (con un
bell’organo a canne, come in tutte le altre Chiese che ci hanno ospitato, e
l’immancabile Stefano Federici alle tastiere), partenza per Casacastalda dove,
alle 17.00 in punto, abbiamo animato la Messa per la comunità locale. Ancora
un’ora di marcia per giungere al Castello di Giomici, immerso, che domina le colline umbre della
valle del Chiascio. in un clima quasi fiabesco dall’alto di una rocca.
L’indomani,
28 dicembre, zaino in spalla già all’alba, per andare a recitare le lodi,
dopo circa un’ora e mezzo di sentiero, nella chiesa di Valfabbrica, mentre
fuori imperversava “fratello diluvio”. Tempi tirati e partenza
per Assisi, lungo il famoso sentiero francescano della pace, sul quale si univa
a noi anche una certa “Letizia” che, trotterellando da un’unità
all’altra, riusciva a riportare il sorriso anche sul volto dei più provati.
La giornata si concludeva alla
Porziuncola con la liturgia penitenziale, grazie alla disponibilità dei frati
mobilitati per noi da frate Paolo, dopo aver consumato in silenzio una cena
davvero frugale (brodo, pane, formaggio, olive) preparata e servita dalla
pattuglia logistica.
Il
29 dicembre, dopo le lodi recitate alle
7.00 in punto a Costano (dove abbiamo pernottato), ogni unità di formazione ha seguito
un diverso percorso intorno e dentro ad Assisi, trovando una persona pronta ad
accoglierli all’Eremo, a S.Francesco, a S.Chiara e a S.Damiano. Alcune unità
hanno sostato dalle suore Francescane dell’Addolorata , dove si è sviluppato
un profondo dialogo con due giovani novizie: Laura e Marcella, capi brevettati
dell’Agesci e della F.S.E. Alla sera, e durante tutta la notte, si è potuto
restare in adorazione nella accogliente cappellina
delle suore di Costano (una ex stalla riadattata in stile rustico), per poi
trovarci , dopo le lodi, alla Porziuncola, per la
Messa conclusiva presieduta da Mons. Bagnasco. In quell’occasione, frate Paolo
ha illustrato brevemente la Porziuncola e ha dato modo a tutti noi di fruire
dell’indulgenza che, in quel luogo, è sempre “disponibile”. Di seguito,
si è svolto il Capitolo Finale, con “l’appendice telematica” di cui ho già
parlato.
Alla
domanda “cosa vuoi che io faccia?”
ciascuno ha trovato o troverà le proprie risposte; la strada di Assisi,
intanto, con le profonde parole di don Guido Gallese, fra’ Paolo Zampollini e
Mons. Angelo Bagnasco, ci ha insegnato che per avere risposte dobbiamo anzitutto
pregare, e pregare ancor più per orientare ad esse la nostra vita; che ogni
cambiamento comincia dalle piccole
cose intorno a noi, come è accaduto per S.Francesco, il quale dapprima cominciò
a riparare materialmente le chiese
di Assisi che vedeva rovinate intorno a sé, per poi agire sulla Chiesa stessa,
sul piano spirituale, dandole maggior consapevolezza della propria missione di
povertà; che anche nelle situazioni più difficili, c’è sempre qualcosa di
concreto che possiamo fare, come fu anche per Maria che “avvolse
in fasce e depose in una mangiatoia” il piccolo Gesù, non potendo fare
nulla di più.
Quanto
di meglio si possa fare, anche se poco, occorre farlo, con letizia. “Non
limitiamoci a dire che il bene è bello: facciamolo!” (Mons. Bagnasco).
E’
con questo spirito che continueremo a proporre le routes della Comunità Scout
di Soviore: con i sacrifici necessari,
sempre fedeli alla Strada e alla tradizione, ma aperti
al dialogo; affezionati al punto da apparire talvolta “gelosi” delle
“nostre” routes, quasi fosse troppo, agli occhi altrui, l’amore che ci
mettiamo. Ancora una volta, però, alla fine , la conferma verrà dall’intenso
brillare degli occhi dei nostri ragazzi. Per loro, dobbiamo andare avanti,
insieme.
L’appuntamento
è allora a Pasqua, per gioire insieme nel Signore Risorto.
Gerardo
de Marco
capo campo