Riceviamo da Andrea Aversa, Capo Campo della scorsa Route di Natale 2003 (della Comunità Scout di Soviore), questa bella pagina che ci riporta i "commenti" di alcuni partecipanti, ed alcune valide considerazioni.
Questo è un prezioso invito alla
riflessione, ma anche a vivere di persona una esperienza di forte spiritualità
Rover / Scolte come questa... senza accontentarsi dei racconti di altri.
Le Routes di Natale si svolgono ogni anno dal 26 al 30 dicembre in diverse località scelte per la loro significatività in riferimento ad un grande Santo o Santa. La prossima Route di Natale 2004 avrà luogo in Toscana e sarà su Santa Caterina da Siena. Se volete saperne di più, visitate: www.levanto.com/route |
Route di Natale 2003 - Comunità Scout di Soviore
San Tommaso D'Aquino,
Esploratore e Guida di Dio
In cammino alla scoperta dell'Eucaristia
Come nella migliore tradizione della Comunità Scout di Soviore, con ostinato rigore, 104 tra rovers, scolte, Capi, Capo, R-S (Scouts d’Europa, Agesci ed esterni allo scoutismo) provenienti da Lazio, Umbria, Lombardia, Marche, Abruzzo, Liguria, Veneto ed Emilia Romagna hanno camminato insieme, dal 26 al 30 dicembre, sulle strade della Ciociaria, "guidati" da San Tommaso (da Roccasecca dove è nato, a Fossanova dove è morto, passando per Aquino ed Amaseno) alla scoperta dell’Eucarestia.
Don Guido Gallese è riuscito a trasmettere loro la sua stima e venerazione per "il dottore angelico", è riuscito a farlo conoscere al di là degli stereotipi e dei pregiudizi; poi San Tommaso a sua volta li ha condotti e li ha appassionati a Gesù Eucaristia.
Lo scritto che segue non è, né vuole essere una relazione (i dettagli, l’itinerario, ecc., sono marginali), trovate qui semplicemente alcuni pensieri… per una condivisione di esperienze e di idee.
* * *
Abbazia di Fossanova – martedì 30 dicembre 2003.
Dopo la celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Mons. Angelo Bagnasco, Ordinario Militare d’Italia, inizia il Capitolo Finale della Route, a turno, chi vuole si alza e va al microfono per condividere con tutti "le perle" trovate lungo il cammino… (ne riporto solo qualche stralcio)
(………)
Giampiero: Questa route dopo averla vissuta tutta mi sembra una route scomoda perché ti fa fare quelle domande che non vuoi mai sentirti fare. È facile dire che credo in Dio, ma quando si arriva a vedere cosa significa sono domande difficili. La cosa bella è che qui ognuno di noi la risposta la può trovare da solo.
Elena: Come in tutte le route prima di partire mi dico: perché andare lì e prendere freddo?
C'era una voce che mi diceva di andare. Sono venuta. È stato faticoso, c'era freddo e umido, come mi aspettavo. Ma non mi aspettavo di essere così forte.
Quando si scivolava e si andava avanti a carponi sul fango è stato bellissimo. Non mi sarei immaginata che in una situazione del genere sarei riuscita a sorridere e a cantare. Mi sono piaciute tantissimo le riflessioni perché mi hanno fatto fare silenzio.
Questa notte che sono stata in silenzio mi scoprivo tutte le volte a cantare dei salmi in silenzio. Sentivo tutti i rumori degli altri e io avevo questa costanza di continuare a cantare e pregare in silenzio.
Simone: Prima esperienza di scautismo, significativa, arricchente, importante, ha lasciato il segno. Ci rivediamo alla prossima. Importante anche perché sono venute fuori quelle difficoltà che continuo ad avere nei momenti difficili. Per me è difficile aspettare gli altri quando rimangono indietro. Vi ringrazio per l'esperienza passata insieme, per i consigli e per la carità che avere dimostrato.
Roberto: Al termine di questa route trovo le batterie stracariche grazie a tutti voi qui presenti, al Signore, al leader spirituale. L'apice è stato questa mattina quando, dopo avere fatto silenzio, sono entrato in chiesa e mi sono fatto il segno della croce, ma mai in vita mia mi sono ritrovato di fronte al Santissimo commosso. Mai. Commosso per la gioia, per la serenità, la felicità di avere ritrovato un Amico che non vedevo da tanto tempo.
Stefano: ho sfatato una mia convinzione, secondo cui tutte le route di natale sono più o meno uguali: FALSO! Questa è la seconda volta che partecipo alla route di natale, e devo dire che l'atmosfera che si crea attorno alla route è unica. Il Signore ci viene presentato sotto diversi aspetti anno per anno, ed è per questo che ho riscoperto lati di me che avevo dimenticato di avere. La route è qualcosa di più di un semplice cammino spirituale, ti segna profondamente riuscendo perfino a stravolgere la tua vita. Posso così dire, di non vedere l'ora di mettermi di nuovo lo zaino in spalla e camminare verso nuovi orizzonti che il Signore ha disegnato per noi.
(………)
Mentre si alternano le persone che vanno a parlare, vedendo la serenità, la pace e la gioia che sprizzano dai loro volti… gioia vera, particolare, bella che traspare dagli occhi e che nasce da dentro… non posso fare a meno di lodare e ringraziare il Signore per il dono della Route ed esclamare meravigliato "Quanta Grazia e che gioia!".
Il mio pensiero passa poi dai bei volti "trasfigurati" dei partecipanti a quelli di chi è rimasto a casa.
Soprattutto penso ai Capi che nei mesi precedenti ho invitato alla Route e che alla sola parola "Comunità Scout di Soviore" hanno fatto una smorfia di disapprovazione e hanno dribblato l’invito giustificandosi: "i miei ragazzi non sono pronti… è roba tosta… dura troppo… troppo spirituale… le vacanze…ecc., ecc.".
Così quando è toccato a me parlare, tra le altre cose ho sentito di dire:
"(…) Ragazzi non andate a raccontare in giro quello che avete fatto in questi giorni! Assolutamente.
Ascoltate questa storiella:
<<Un esploratore era tornato tra la sua gente, dopo una grande e lunga avventura. Tutti erano ansiosi di sapere cosa avesse scoperto lungo il Rio delle Amazzoni. Ma come poteva esprimere con le parole i sentimenti che avevano invaso il suo cuore nel vedere fiori di strabilianti bellezza e nell’udire i suoni della foresta di notte? Come comunicare ciò che aveva provato nel suo cuore nell’avvertire il pericolo delle belve o nel condurre la sua canoa per le acque infide del fiume?
Disse: <<Andate e vedere voi stessi. Niente può sostituire il rischio personale e l’esperienza personale>>. Tuttavia, per guidarli, tracciò una mappa del Rio delle Amazzoni. I concittadini si impossessarono della mappa. L’incorniciarono e l’appesero in municipio. Ne fecero delle copie personali. E chiunque aveva una copia si considerava un esperto del Rio delle Amazzoni. Non conosceva forse ogni svolta e curva del fiume, e quant’era largo e profondo, e dov’erano le rapide e dove le cascate?
L’esploratore visse nel rimpianto per aver tracciato quella mappa.
Sarebbe stato meglio se non avesse disegnato nulla.
Mai copiare e mai appropriarsi delle fatiche altrui. Falle anche tu. Solo dopo capirai meglio la vita, perché la vita non è una carta geografica, ma un cammino.>>
Quante persone credono di sapere cos’è la Route, solo per averne sentito parlare o per aver letto il volantino, senza averla mai vissuta? Quanti Capi che conosco, ogni volta mi dicono:
"quest’anno non siamo pronti, verremo l’anno prossimo"… sono tre anni che aspetto… non sono ancora pronti.
Per cui non raccontate nulla. Lo scoutismo non si racconta, si vive. Tutto lo scoutismo, quello vero, è gagliardo e tosto! Tutto! Non solo queste Route!
Purtroppo ormai in alcuni Gruppi Scout si vivacchia e non si vive!
Ma attenzione che chi vivacchia nello scoutismo, vivacchia anche al lavoro,
in famiglia, nella vita in generale! Tu Vivi e non vivacchiare!
A chi vi chiederà quello che avete fatto, rispondete:
"Venite e Vivete." Lo scoutismo si vive e vivendolo lo si comprende. Andate a contagiare gli altri con la vostra gioia, il vostro entusiasmo, il vostro amore! (…)".
* * *
L’entusiasmo è continuato sul Forum on-line post-route, con gli interventi sul vivere la piccola route quotidiana (Routine), che come ha detto Leonardo: "Se la Route è Incontro, la Routine è Testimonianza."
(anche qui mi limito a riportare brevissimi stralci)
(………)
Marta: la route?! l'ho vissuta come una grande ventata d'aria fresca...quando sono triste,quando mi sento schiacciata dalla monotonia di tutti i giorni, da quelle cose futili che il più delle volte ci riempiono la giornata di niente, sento il bisogno di staccare la spina, di andare via, non per scappare, ma per ricaricare le batterie con qualcosa di veramente "energetico" con qualcosa che mi dia quella spinta unica per rinnovarmi, per continuare il mio cammino...e cos'è meglio di una route?...non è possibile spiegare un'esperienza come questa a parole, ma tutti possono capirla guardando la luce che emanano i nostri occhi una volta tornati a casa.
Manuel: con il mio Clan parlando degli aspetti di questa Route non sono riuscito a trovare dei lati negativi (tranne la sveglia, è ovvio) più mi sforzavo di trovarne e più dicevo – mi è piaciuta…sì sì è stata proprio bella…– in conclusione senza togliere niente alle altre route in cui ho partecipato, in questa mi sono sentito un vero rover.
Chiara: una volta tornata a casa e una volta ripreso il giro degli amici che sì, Credono, ma che non si sognano minimante ciò che si può vivere in una route come quella di natale non mi sono fatta trascinare dal loro "menefreghismo" e dalla loro quotidianità monotona ma piuttosto ho cercato di trascinarli nel mio "nuovo mondo"…e per la prima volta ci sono riuscita e ne ho avuto la dimostrazione ieri quando una mia carissima amica mi ha dato una lettera... e un pezzo di questa lettera diceva: "…Chiara tu mi stai regalando una cosa bellissima, mi stai insegnando ad avere fede… io ho sempre pregato ma mai con la convinzione e devozione con cui lo faccio ora!!! (…) ciò che è cambiato è il mio modo di pregare… prego perché è così che trovo la pace, perché trovo una forza nuova che mi fa andare avanti, perché ciò che va male possa andare meglio!!!…."
Alberto: Ho vissuto sensazioni particolari, con un gusto differente da tutte le altre esperienze vissute. Inoltre la possibilità di vivere fianco a fianco la stessa indimenticabile esperienza con un’altra realtà associativa ha rappresentato per me un grande momento formativo, non solo da un punto di vista Scout. Lo Stile del Campo mi è sembrato particolarmente utile, direi addirittura necessario, affinché si creasse il giusto clima, la giusta predisposizione ad ascoltare, ad interiorizzare quello che troppo spesso ci rimbalza addosso schizzando via nel dimenticatoio. Da un punto di vista personale è stata una di quelle esperienze che hanno lasciato una traccia nella mia vita.
Filippo: la route penso che sia un esempio di esperienza forte, che non può non lasciare un segno. Nella peggiore delle ipotesi lo lascia negativo in termini di batosta fisica e spirituale, ma penso che comunque serva per lasciare un seme prezioso. Nella migliore delle ipotesi invece cambia la vita. In tutti i casi lascia un segno. Questo è quello che secondo me deve continuare a fare, è importante quindi mantenere uno stile alto e rigoroso, solo così si può entrare veramente in profondità. Spero di potere partecipare ancora a questo appuntamento, innanzitutto col Signore, e di potere ricevere ancora una grande carica di spiritualità e di scoutismo puro!
Christian: vorrei scrivere la risposta alla domanda che tutti (dopo aver scoperto che non ero scout) mi facevano, e cioè: "Ma chi te lo ha fatto fare?" Forse il motivo più facile sono gli occhi dolci di chi me lo ha chiesto, ma c’è anche un motivo più profondo. Una persona per me importante tornava ogni anno dai campi, ed in particolare dalla route di Soviore, con un aria diversa, fuori dalla mia comprensione. Per alcuni giorni era persino irriconoscibile. La mia domanda era sempre, Perché? Cosa avviene in cinque giorni che può cambiare una persona? Ciò che mi viene raccontato è finzione o realtà, forzatura o semplicità, ideale o formalismo? Dovevo capire tutto questo. Confesso che ancora non l’ho ben capito ma, questo è certo, anche io ho avuto per un po’ quell’aria fiera di chi ama il silenzio e quell’irriconoscibile abitudine di pensare prima di parlare.
Ho sempre condiviso gli ideali, a livello spirituale, che sono alla base della legge scout. Ora ho visto un nuovo modo di viverli che, se davvero è tutto reale e non solo una recita settimanale, mi sembra un modo incredibilmente sano e coinvolgente.
(………)
Seguendo il Forum, non ho potuto fare a meno di pensare e ripensare a quanto vissuto, di lodare e ringraziare Dio e soprattutto di domandarmi:
"Quale è stato il segreto di riuscita? Quali gli ingredienti fondamentali?".
Ho trovato la risposta attorno a 3 ingredienti base:
1° LA PREGHIERA: La Route è nata, è stata preparata, realizzata e vissuta nella preghiera, ecco il perché della letizia nonostante le difficoltà, "se il tralcio rimane attaccato alla Vite, porta molto frutto", così è stato per la Route, uniti a Cristo abbiamo lavorato con Lui, per Lui, in Lui, noi Capi siamo stati solo lo strumento, pur sempre necessario, nelle mani dell'Artigiano! "Grandi cose ha fatto il Signore per noi!"
2° LA FEDELTA’ vissuta nelle situazioni di ogni giorno. Fedeltà a Cristo, che è vivo, e alla sua Chiesa, che anche noi formiamo; fedeltà a B.-P., morto, ma le cui idee originali continuano a vivere nell’azione di tanti scouts come noi.
3° LA TRASPARENZA: la luminosità del vivere, del pensare e dell’agire testimoniata dai Capi (Assistente Spirituale, Capi/o e Pattuglia Logistica).
Il tutto amalgamato armonicamente dalla semplicità ed essenzialità a cui aggiungere a piacere Avventura, Strada, Comunità, Servizio, ecc., ecc.
Vorrei allora dire e ricordare a quei Capi che fanno smorfie e tergiversano di fronte ad attività genuinamente scout, come queste Route, e che sono troppo presi dalle statistiche, dalle indagini sociologiche, dai convegni, dall’Organizzazione, rischiando di parlare solamente e di dimenticarsi che lo scoutismo va prima di tutto vissuto personalmente:
Caro fratello Capo, sono i tuoi ragazzi che non sono pronti o sei tu che non hai coraggio… sei tu che non sei pronto?
L’esperienza di queste Route continua a dimostrare che non dobbiamo avere paura di proporre ai ragazzi mète alte, valori forti; hanno ancora, e forse di più, sete di avventura e di felicità.
Nonostante la maggioranza dei mass-media voglia farci credere che l’uomo è autosufficiente e "onnipotente", che ormai c’è una risposta a tutti i bisogni, che l’uomo basta a se stesso… rimane inappagata in molti, soprattutto nei giovani, spesso tentati dai miraggi di una vita facile e comoda, la ricerca di bellezza, di giustizia, di amore, di felicità. Permane una sete inestinguibile… che è: sete di radicalità che non permette di adattarsi al compromesso; desiderio di fare della vita qualcosa di grande; volontà di seguire un ideale; rifiuto di lasciarsi inghiottire dalla mediocrità; coraggio di impegnarsi con umiltà e perseveranza per migliorare se stessi e la società, rendendola più umana e fraterna.
Permettimi di confidarti umilmente che questa ricerca e questa sete non sono altro che ricerca e sete di Dio.
"Il nostro desiderio di felicità è troppo smisurato perché possa mai appagarsi se non
nell’aldilà.
Anche materialmente, noi siamo quaggiù degli insoddisfatti. Nessun cavallo può galoppare avendo per pista il mondo; nessuna imbarcazione, nessuna onda può trasportarci da un capo all’altro di oceani più vasti di quelli che già conosciamo; nessun trampolino di sci può lanciarci negli spazi interplanetari; nessuna immensità può contentare la sete d’infinito del nostro sguardo. Ci troviamo imbrigliati da ogni parte, mentre ci sentiamo fatti per l’infinito." (Guy De Larigaudie -"Stella in alto mare")
La "questione" non è "i miei ragazzi non sono pronti… non capirebbero", ma riguarda principalmente noi Capi. Siamo noi capaci di indicare loro la "Sorgente"? Ma noi l’abbiamo cercata… l’abbiamo trovata?
Ci siamo dimenticati forse chi siamo e dove andiamo.
Mi chiedi la "soluzione"?
Eccola: essere e diventare sempre più semplicemente ciò che siamo, in forza e Grazia del nostro Battesimo e in virtù della nostra Promessa: Scouts Cattolici Italiani.
Caro amico Capo, tu ed io siamo determinanti sempre, sia nell’educazione "tecnica" sia nell’educazione alla Fede!
Il Capo testimonia ciò che vive. Anche senza volerlo egli si propone come modello ed invita il ragazzo ad imitarlo. Ciò che conta nell’educazione dei ragazzi non è tanto ciò che si dice, ma ciò che si è e ciò che si fa.
"La nostra è un’educazione per contatto, per mezzo di un’incarnazione visiva di ciò che vogliamo proporre agli altri". (Baden)
Nell’educazione non si può prescindere dall’esempio personale, dato con sincerità e convinzione, di persone che credono ai valori che professano e si sforzano di metterli in pratica.
"Voi non siete predicatori, ma avete una maniera efficacissima per predicare: il buon esempio. I bei discorsi senza l’esempio non valgono nulla." (San Giovanni Bosco)
Per quanto riguarda tutta l’opera educativa che noi Capi siamo chiamati a compiere è necessario per riuscire: credere a ciò che si fa e farlo con entusiasmo! Altrimenti falliamo in partenza!
Una fiaccola ancora spenta si accende accostandola ad un’altra già accesa. Il ragazzo si confronta con l’adulto che vive al suo fianco, e attinge da lui le capacità di amore, razionalità, ecc.. Così si trasmettono i valori.
Però la fiaccola dev’essere ben accesa e ben capace di accendere.
Il Capo deve aiutare a far sorgere nei ragazzi le giuste domande e accompagnarli, con fiducia, alla ricerca delle risposte. Egli non deve dare soluzioni belle e pronte, ma occorre invece che i ragazzi si sforzino in un cammino di ricerca.
La fede è una conquista e una decisione personale, con l’aiuto della grazia di Dio e il sostegno della comunità, che impegna tutta l’esistenza.
"Se anche possiamo portare un cavallo alla fonte non possiamo obbligarlo a bere… dobbiamo distinguere tra risultati fisici e risultati morali…
Se confondiamo il risultato fisico con l’educativo, perdiamo sempre l’occasione di assicurarci la disposizione della persona a partecipare essa stessa al raggiungimento del risultato desiderato e perciò di sviluppare in lei una tendenza intrinseca e persistente nella giusta direzione." (J. Dewey)
L’esperienza di fede è il solo mezzo per educare alla fede.
Il nostro compito è quello di creare i momenti, le opportunità di incontro ed esperienza tra i giovani e Cristo.
Potremmo sentirci inadeguati e impreparati; non dobbiamo scoraggiarci. Sappiamo di non essere soli: ci sostiene una forza incontenibile, che scaturisce dall’incontro con il Signore.
"L’educazione è cosa di cuore, e Dio solo ne è padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna se Dio non ce ne insegna l’arte e ce ne dà in mano le chiavi." (San Giovanni Bosco)
"Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode." (Sal 126,1)
Tutta l’opera educativa del Capo deve essere sostenuta allora dalla preghiera, comunitaria e personale, e da un frequente accostamento ai sacramenti.
"Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto." (Card. Carlo M. Martini)
Guardiamo con fiducia e speranza al futuro, spendendo le energie migliori e confidando nel sostegno del Signore!
Maria, Madre dei giovani, ci accompagni e ci guidi, affinché possiamo sempre annunciare e testimoniare il Vangelo con la vita e con l’impegno nell’educazione dei ragazzi affidatici.
Facciamo ciò che è giusto,
facciamo del nostro meglio
e lasciamo a Dio fare il resto!
fraternamente
buona strada … verso l’Alto!
Andrea Aversa
(Capo Campo)
Se volete saperne di più, visitate: www.levanto.com/route