INIZIO


Vedi: "Verso la Patria?

La nostra Patria

Questo è un testo scomodo.

Un testo sulla Patria. Già è pericoloso parlare di Patria (vi sono rischi di fraintendimento, la paura di sconfinare nel nazionalismo...); inserire uno scritto che intende l'idea di Patria in modo più spirituale può sembrare ad alcuni una provocazione.

Speriamo allora che i nostri visitatori non si fermino alla superficie, approfittando di questa occasione per considerare - in senso educativo - una idea "diversa" di Patria (e ne deriva un' idea di Civismo, di Servizio ai fratelli).

Ma non basta. Il brano che segue è stato scritto da un comandante della Vandea, in risposta all'idea di Patria propugnata in modo laico dai rivoluzionari francesi.

Insorti contro la persecuzione religiosa scatenata nel 1793 dal governo rivoluzionario francese, i Vandeani tennero testa per circa 10 anni all'esercito della Convenzione, che per risolvere la situazione organizzò speciali reparti incaricati di stroncare comunque ogni resistenza, a costo di terribili massacri.

Non apriamo polemiche o riflessioni su rivoluzione francese e contro-rivoluzione, su  possibili meriti della Rivoluzione francese e sulle responsabilità dell'Ancien Régime. Né si vuole esaltare l'idea monarchica!

Ma ricordiamo però che in nome della Rivoluzione furono compiuti massacri e crimini, che dalle colonne infernali furono massacrati tanti (e tra questi donne e bambini) in "odio alla fede", come i poco conosciuti Martiri della Vandea .[1]

Zeb

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

disegno Pierre Joubert

 

”La nostra Patria sono i nostri villaggi, i nostri altari, le nostre tombe, tutto ciò che i nostri padri hanno amato prima di noi.  

La nostra Patria è la nostra fede, la nostra terra, il nostro re.

Ma la loro patria, che cos’è? Lo capite voi?

Vogliono distruggere i costumi, l’ordine, la Tradizione. 

Allora, che cos’è questa patria che sfida il passato, senza fedeltà, senz’amore? 

Questa patria di disordine e irreligione?

Per loro sembra che la patria non sia che un’idea; per noi è una terra. 

Loro ce l’hanno nel cervello; noi la sentiamo sotto i nostri piedi, è più solida.

E’ vecchio come il diavolo il loro mondo che dicono nuovo e che vogliono fondare sull’assenza di Dio…

Si dice che siamo i fautori delle vecchie superstizioni… Fanno ridere! 

Ma di fronte a questi demoni che rinascono di secolo in secolo, noi siamo la gioventù, signori! 

Siamo la gioventù di Dio. 

La gioventù della fedeltà”.

François de Charette, 

comandante Vandeano

(Zeb ringrazia Stefano V. - vantoesi - per avergli inviato questo testo, già pubblicato nel giornalino del suo Gruppo scout)

 

INIZIO

 

[1] Ad esempio i Servi di Dio Maria Airiau, Ludovico Minaud e 108 compagni Fanciulli, martiri (+ Les Lucs-sur-Boulogne, Vandea, Francia, 28 febbraio 1794): Questi e tanti altri bambini dei Lucs-sur-Boulogne (dipart. Vandea e dioce­si di Lucon) furono massacrati il 28 febb. 1794 nella guerra della Vandea durante la Rivoluzione francese.

Insorti contro la persecuzione religiosa scatenata nel 1793 dal governo rivoluzionario, i Vandeani tennero testa per circa 10 anni all'esercito della Convenzione, che per risolvere la situazione organizzò speciali reparti incaricati di stroncare comunque ogni resistenza. Nel corso della campagna vennero compiute inaudite atrocità.Il 17 febbraio fu ordinata una spedizione nel settore dei Lucs, costituito a quel tempo da due parrocchie: il Grand-Luc con 2.500 abitanti e il Petit-Luc con 100. Il contingente rivoluzionario incaricato della operazione era comandato dal generale Stefano Cordellier-Delanou. Il 28 febbraio la regione venne completamente devastata; ci furono vittime in quasi 60 paesi e le distruzioni furono sistematiche anche nei Lucs. Nel Petit-Luc il parroco Michele Voyneau fu barbaramente trucidato; quivi si erano rifugiati, all'avvicinarsi della colonna infernale, numerosi parrocchiani, vecchi e donne con i loro bambini, preparandosi tutti a morire recitando il Rosario. Giunti sul posto, i rivoluzionari scaricarono i loro fucili sulla folla inginocchiata, accanendosi quindi sui moribondi a colpi di baionetta e continuando nei loro massacri mentre si allontanavano; perfino il campa­nile del Petit-Luc venne abbattuto a cannonate, e sep­pellì sotto le macerie i corpi delle vittime, i cui resti furono ritrovati nel 1863.Subito dopo la partenza dei carnefici, il parroco del Grand-Luc, Carlo Vincenzo Barbedette, si preoccupò di fare il computo delle vittime, impiegando un intero mese e riuscendo a raccogliere ben 563 nominativi, tra cui quelli di molti bambini al di sotto dei 7 anni. «I Lucs - è stato detto - con i loro martiri innocenti sono la Betlemme della Vandea».

http://www.santiebeati.it/dettaglio/94399

E ancora, la Chiesa venera tra gli altri, sotto il nome di “Beati Martiri delle Stragi di Settembre” un folto gruppo di martiri uccisi in odio alla fede cattolica in quattro prigioni a Parigi, tra il 2 e 3 settembre 1792, nel tragico contesto della Rivoluzione francese. Se nello specifico caso la Chiesa enumera centonovantuno martiri, in stragrande maggioranza ecclesiastici, la loro morte deve comunque essere necessariamente vista nella realtà più ampia di una serie di sfrenate atrocità che causarono la morte di moltissime altre persone che caddero per la loro fede, inclusi alcuni il cui nome è rimasto ignoto ed oltre quaranta ragazzi con meno di diciotto anni.