LA TRADIZIONE
di John Skinner Wilson
Scouting
round the World (1959)
Per concludere questa storia dello scautismo mondiale, torno sulle tracce del mio sentiero personale degli ultimi quarant’anni.
Le mie parole finali alla conferenza mondiale scout sono state:
“Abbiamo ricevuto una grande eredità. Potete disporne come volete.”
In linea generale io mi sono sempre sforzato di seguire le tre regole, ben conosciute, del cercatore di tracce.
METTETE DEI SEGNALI DI RIFERIMENTO QUANDO PARTITE
E, CAMMINANDO, GIRATEVI OGNI TANTO A
GUARDARE INDIETRO
Chiunque
voglia avere
successo come capo nello scautismo, a qualsiasi
voglia livello: locale, nazionale o internazionale, deve avere un’idea chiara
di cosa vuole lo scautismo, ma anche di cosa egli si riprometta di conseguire
con esso.
Gli
scopi, i principi ed il metodo del Movimento sono enunciati chiaramente e sono
stati messi alla prova, a fondo, negli ultimi cinquant’anni.
So, per quello che ho visto, sentito e sperimentato, che le tre regole assicurano la riuscita.
Talvolta in qualche luogo ci sono state delle partenze e delle
diversioni di vario genere, che hanno prodotto dei marchingegni completamente
estranei allo scautismo e che, alla fine, hanno conseguito dei risultati miseri
o nulli.
Mussolini
pretendeva
[con l'Opera nazionale balilla]
di aver migliorato
lo scautismo. Qual è stato il risultato?
La
coercizione, in qualsiasi forma, è contraria al progetto scout.
Tutto
il mio sforzo è stato di mettere in evidenza la profondità delle idee
originali di B.-P., sia per la mia convinzione personale, sia per adempiere alle
decisioni che la conferenza mondiale scout ha espresso fin dalla sua nascita.
Tutto
ciò non è amore per la conservazione ad oltranza o incapacità di seguire
l’evoluzione dei tempi, ma piuttosto la prova che la visione fondamentale
dello scautismo è giusta per ogni tempo.
Basta
leggere qualcuno dei primi discorsi di B.-P., ad esempio quello sul disarmo del
1905, per rendersi conto delle verità fondamentali che essi contengono.
Quanto più ho viaggiato, tanto più ho capito che lo scautismo è adatto per ieri, per oggi e per domani.
DATE
UNO SGUARDO D’ASSIEME A TUTTA LA PISTA
Lo
scautismo non può essere messo alla prova o assunto a pezzi o selezionato, ma
essere preso soltanto nella sua globalità.
Se si è sviluppato così diffusamente ed ha richiamato tanti uomini e ragazzi così diversi e di condizioni le più dissimili, lo si deve al fatto che ha un alto grado di comprensività.
Scopi, principi e metodo vanno presi tutti assieme.
La Legge e la Promessa scout sono gli elementi cardine e costituiscono il legame internazionale più resistente.
Credo che la ‘buona azione' sia stato un colpo di genio. Se ne coglie l’evidenza in queste pagine.
Cinquant’anni fa sembrava assurdo che i ragazzi potessero aver voglia di essere di aiuto e non soltanto dei demolitori.
L’idea, invece, non solo è piaciuta ai ragazzi, ma
ha pure colpito l’immaginazione del pubblico suscitando attenzione e sostegno.
Ciò si ripete ancora oggi, come testimonia la risposta di quel piccolo scout
filippino “per imparare ad essere utile”.
Man mano che l’organizzazione è cresciuta nei vari Paesi, si è sviluppata una quasi inevitabile tendenza a ritenere più importante la macchina che non il prodotto.
Ciò può portare fuori pista.
Dalla formazione scout non possono essere eliminati l’avventura ed il divertimento. Ambedue sono essenziali per un’auto-formazione volontaria, per suscitare l’interesse e conservare il giusto equilibrio tra corpo, intelligenza e spirito. L’umanità è sempre stata pronta a confrontarsi con le difficoltà ed i pericoli. La conquista dell’Everest o la traversata del continente antartico non sono state affrontate soltanto per motivi scientifici, ma anche per misurarsi contro forze conosciute e sconosciute.
Con il ragazzo è la stessa cosa, sia pure in una scala ridotta ma certamente non meno importante.
Forse là chiave fondamentale
del messaggio di B.-P. è la felicità.
Così, se vogliamo seguire la traccia giusta, dobbiamo conservare la semplicità radicale dello scautismo senza confonderla con troppe regole e regolamenti che possono solamente condurre all’irreggimentazione.
GUARDATE
CONTROSOLE
“Tradizione non è tanto quello che hanno fatto coloro che sono venuti prima, quanto ciò che vogliono fare dell’eredità coloro che vengono dopo”.
Quando si guarda controsole, la traccia diventa più chiara, ogni più piccolo dettaglio, più evidente.
Il futuro dello scautismo è veramente chiaro se facciamo i nostri segni di pista quando partiamo e se diamo un’occhiata al largo, su tutto il progetto.
In
cinquant’anni un esperimento si e trasformato in un Movimento internazionale
che abbraccia dodici milioni di ragazzi e ragazze e, diciamo, cinquanta milioni
di uomini e donne che hanno percorso il sentiero e, voglia Iddio, continuano a
percorrerlo.
Spero con tutto il cuore che lo spirito missionario, così evidente nei primi tempi, non si perda mai. Forse nulla più di esso ha contribuito all’espansione dello scautismo.
So che questo spirito è tuttora vivo: l’ho visto in azione soprattutto in quelle parti del mondo che sono meno sviluppate delle altre. Conservo una lettera di un capo di Sarawak che aveva fondato un riparto e un branco in un campo di concentramento giapponese durante la seconda guerra mondiale. Mi scrive dei riparti e dei branchi malesi e cinesi che ha messo su recentemente e dei suoi piani a breve termine: “
Se mi va bene - dice - sarà il 24° branco che ho fondato negli ultimi dodici anni”.
Finché vivrà un
tale spirito, lo scautismo continuerà a crescere e prosperare naturalmente, come B.-P. insisteva a dire.
Il progetto dello scautismo, il sole contro il quale guardiamo, è stato riassunto in una risoluzione della conferenza internazionale scout nella riunione di Cambridge dell’agosto 1957, una riunione nella quale spirava l’aria delle celebrazioni del centenario della nascita del Capo scout del mondo e del giubileo d’oro del Movimento scout:
“La
conferenza riafferma la sua fede nei principi fondamentali dello scautismo,
quale è stato fondato dal Capo scout del mondo, il compianto lord Baden-Powell
di Gilwell:
-
Dovere verso Dio.
-
Fedeltà al proprio Paese.
-
Fede nell’amicizia e nella fraternità mondiali.
-
Accettazione, adesione libera e pratica degli ideali espressi dalla Legge e
dalla Promessa scout.
-
Indipendenza da influenze politiche
-
Adesione volontaria.
-
Metodo unitario di formazione, basato sul sistema di squadriglia, attività
all’aperto, apprendimento attraverso la pratica [learning
by doing],
servizio del prossimo.
La
conferenza crede fermamente che tali principi, i quali hanno dato prova di tanto
successo, contribuiscono potentemente alla formazione della personalità del
ragazzo di oggi, l’uomo di domani, recando grandi benefici ad ogni nazione e,
attraverso lo sviluppo della comprensione reciproca e l’unità di intenti, per
il mondo intero. Sia
questo il nostro contributo al rafforzamento della libertà e della pace”.
Tutti
quanti, scouts e no, possono comprendere il significato dell’allegoria
che scrissi in occasione della Promessa lupetto di mio figlio.
“Ed
il sole brillava sulla montagna di fronte, la cui cima era nascosta tra le
nuvole.
Anche se Giacomino sapeva, in cuor suo, che non avrebbe mai raggiunto nella sua vita presente l’ultima cima, tuttavia era determinato a salire più in alto possibile.
Giacomino si svegliò dal sogno, vide un raggio del primo sole mattutino traversare il maglione verde da lupetto che aveva lasciato la sera prima sulla spalliera della sedia, ed il raggio illuminò il distintivo lupetto che la mamma gli aveva appena cucito.
Pensò:
"Cosa ha detto Akela ieri
sera quando ho fatto la Promessa?"
"Ora sei un lupetto della grande famiglia scout del mondo".
"Hurra!".
* Il colonnello John S. Wilson è uno dei capi che più influenzarono lo sviluppo internazionale dello Scautismo, e tra quelli scelti come collaboratori dallo stesso Baden-Powell, fu tra l'altro direttore dell'Ufficio Internazionale. Ebbe molti contatti con lo Scautismo italiano alla rinascita (1945), ma già aveva incontrato al Jamboree le Aquile Randagie di Kelly - Giulio Cesare Uccellini (che Wilson definì uno di quegli uomini che "formano la spina dorsale dello scautismo").