Come nacquero le Guide
- 1909 -
per la storia del Guidismo cattolico italiano, vedi anche:
Dal fratello scout Andrea riceviamo la traduzione di questa bella testimonianza di come "nacquero le Guide", cioè il ramo femminile dello Scautismo, le ragazze che B.-P. volle fossero chiamate appunto Guide, e non "ragazze-esploratrici"! Questo racconto ci proietta nello spirito che caratterizzerà i mesi a venire, nei quali festeggeremo il Centenario della nascita del Guidismo. Il festeggiare in questo caso diventi anche un "fare memoria", per riallacciarci allo spirito originario del Metodo. Zeb |
di Eileen K. Cade
Nel 1909, circa due anni dopo il campo nell'isola di Brownsea, il Generale Baden-Powell organizzò un incontro di scouts ed una conferenza di capi, da tenersi al Crystal Palace, nella periferia sud orientale di Londra.
Questo immenso edificio di cristallo, che nel frattempo è stato distrutto da un incendio, era stato costruito per la grande Esposizione del 1851.
Successivamente esso venne smontato e rimontato a Norwood come spazio espositivo permanente.
Qui
si tenevano vari tipi di incontri, esibizioni, mostre, ed anche spettacoli
pirotecnici; era un'ottima scelta per un raduno scout.
Il Generale Baden-Powell andò al Crystal Palace senza avere idea di quanti ragazzi vi avrebbe trovato.
Con
sua grande sorpresa, scoprì che ne erano arrivati oltre 11.000.
Ma
ciò che lo sorprese ancor di più fu l'incontrare tra gli scouts anche un
gruppetto di ragazze, con cappellone e bastone, che aspettavano di essere
passate in rassegna con i ragazzi.
Sentiamo
dalle stesse parole di una di queste intrepide ragazze come andarono le cose:
"Il mio fratello maggiore era giornalista ed un giorno gli fu consegnato un libro dal titolo "Scouting for boys" da recensire.
Con un'amica decidemmo che in un modo o nell'altro saremmo diventate scouts anche noi.
Questo fu a dire il vero più facile del previsto, anche se i mezzi impiegati per lo scopo non furono proprio limpidi...
Ci
registrammo semplicemente al Quartier Generale scout usando le sole iniziali dei
nostri nomi invece che scriverli per esteso, e un'amica di mia mamma accettò di
farci da Madrina, anche se solo nominalmente, con la promessa che non sarebbe
stata coinvolta..
Per tre mesi la squadriglia Conigli, composta di due persone, fece scautismo.
Costruimmo
ripari di fortuna, seguimmo le tracce degli animali, realizzammo ponti,
abbattemmo alberi, cuocemmo i nostri cibi sul
fuoco con grande soddisfazione, pensando ormai di saper fare tutto.
Scegliemmo il Coniglio come animale di squadriglia, perché in zona ce n'erano parecchi ed erano facili da osservare.
Ma
poi cambiammo in Volpi, perché il coniglio è un animale molto silenzioso,
anche quando è in pericolo, e noi invece quando andavamo in giro eravamo
rumorose come i cani randagi!
Nella
primavera del 1909 pensammo che anche altre ragazze potevano essere interessate
a giocare questo nostro nuovo gioco, e così - poiché le nostre case sorgevano
proprio a metà strada tra due villaggi - andammo a parlare con i presidi delle
due scuole e pubblicizzammo la cosa, dando come luogo di ritrovo proprio casa
nostra, il sabato pomeriggio successivo.
Non dimenticherò mai quel sabato.
Sarebbe arrivato qualcuno, oppure le due miglia e mezza di distanza dai due paesi sarebbero state un deterrente?
E poi... le tortine che avevamo pensato di cuocere, sarebbero state mangiabili?
E… il tempo sarebbe stato bello?
Ma poi tra le linee di siepi cominciammo a vedere arrivare un piccolo gruppo di ragazze da ogni parte, quattro per gruppo, due squadriglie.
Anche
se poi il nostro numero arrivò quasi a venti, mantenemmo sempre due sole
squadriglie.
Il
primo giorno fu un successo, e nei mesi successivi il Riparto crebbe in forza ed
efficienza. [...]
Verso la fine dell'estate, sulla rivista The Scout leggemmo la notizia che il Capo Scout avrebbe passato in rassegna gli scouts al Crystal Palace quel settembre.
Non serve dire che io e la mia amica avremmo fatto carte false per parteciparvi, ma la nostra Madrina confermò che non voleva avere alcun ruolo nella vicenda.
Alla fine accettò però di portarci almeno in città per la notte e poi di farci accompagnare in auto all'incontro.
Non
vestivamo naturalmente alcuna uniforme ufficiale, ma il nostro Riparto vestiva
comunque la camicia scout, una gonna kaki cucita da noi stesse e fazzolettone
verde al collo, le punte del quale erano annodate tra loro per ricordarci
l'impegno della buona azione!
Era un giorno freddo e umido e il primo incontro non fu incoraggiante, perché invece di un "benvenute" la guardia all’ingresso ci ricacciò indietro con un "tornatevene a casa, voi non potete entrare!".
Rimanemmo un po' esitanti sul da farsi, quand'ecco che un riparto di ragazzi arrivò con a seguito alcune ragazze:
fu un attimo mischiarci a loro e finalmente ritrovarci dentro.
Non credo si accorsero mai delle due intruse, né io saprei dire a quale riparto ci attaccammo così di soppiatto, ma tutto andò comunque per il meglio."
"E
voi chi siete?" chiese il Capo Scout.
E
la risposta fu: "Siamo le Girl Scouts".
A quel punto il Capo era in difficoltà:
non
voleva in nessun modo smorzare l'entusiasmo di quelle ragazze che sembravano
così determinate a fare le stesse cose riservate ai loro fratelli maschi, e
sapeva al contempo che c'era molto nella
Legge e nella Promessa e negli ideali del Movimento che avrebbe potuto essere
utile sia per i ragazzi che per le ragazze.
Era
però un po' preoccupato di ciò che avrebbero potuto dire i genitori, e inoltre
pensò che avere delle ragazze vestite come i maschi avrebbe fatto apparire
l'intero Movimento piuttosto ridicolo, e questo non sarebbe stato un bene.
Così egli si rivolse alla sua migliore amica, sua sorella, e le chiese di pensare ad un Movimento parallelo per le ragazze che non avrebbero così scioccato i loro genitori e non avrebbero fatto apparire il movimento maschile un "gioco da bambini". […]
Eileen
K. Cade, "The World Chief Guide - The Story of Lady Baden-Powell",
Hutchinson of London, 1957;
Si
ringrazia per la traduzione di Andrea Padoin, che
gentilmente lo ha procurato a Zeb