SUL MIO ONORE...
«All’atto dell’investitura scout,
pronuncerete la Promessa scout davanti a tutto il Riparto. Questa Promessa è assai
difficile mantenerla,
ma è una cosa oltremodo seria, e nessun ragazzo è uno Scout a meno
che non faccia del suo meglio per mantenere la sua Promessa. Vedete così che lo Scautismo non è soltanto
un divertimento, ma anche richiede molto da ciascuno di voi, ed io so
di poter confidare che farete tutto ciò che vi sarà possibile per
mantenere la vostra Promessa Scout» B.-
P., in "Scautismo per Ragazzi” |
Sul
mio Onore...
«Considera
suo onore il meritare fiducia»....
«Prometto
sul mio Onore»...
Nella formula della cerimonia della Promessa degli Esploratori dell'ASCI il capo chiedeva anche: «Sai cosa vuoi dire essere ragazzo d’Onore?».
E
a questo si rispondeva «meritare
fiducia perché veritiero ed onesto». La formula per le Guide era tradizionalmente leggermente diversa, ma il concetto
deve essere certamente valido anche per una ragazza in gamba...
Uno
dei “padri” dello Scautismo cattolico italiano del dopo guerra, Fausto
Catani, diceva che «senza il concetto dell’ONORE cade l’ideale stesso
dello Scautismo».
E
continuava:
«Quando
Baden - Powell ha fissato questo primo articolo della Legge, aveva in mente la
visione di un mondo nuovo, popolato da ragazzi e da uomini veritieri ed
onesti, gente senza piani tortuosi e segreti nella mente. Ogni cosa in questo
mondo nuovo sarebbe stata chiara ed aperta, onesta e schietta.
Questa
stessa visione abbiamo avuto noi quando abbiamo accettato per noi l’ideale
scout. Con la Promessa Scout abbiamo assunto su di noi l’impegno di essere
uomini sul cui senso d’onore chiunque possa contare. Ci siamo impegnati di
nostra libera volontà: ora il nostro senso dell’onore ci obbliga a
mantenere questa Promessa perché vogliamo essere uomini in un mondo nuovo.
Dobbiamo
essere pronti a sacrificare i nostri piaceri, i nostri comodi e perfino, se
fosse necessario, la nostra stessa vita per il nostro onore.
Lo
scrupolo di essere veritiero ed onesto deve essere sempre e costantemente
desto nello Scout, nelle piccole come nelle grandi cose: non si è più
veritieri ed onesti quando si cerca di non pagare il biglietto in tram, quando
si cerca di evadere qualsiasi norma o regolamento, quando ci si siede al tavolo
per studiare ed invece ci si mette a leggere un libro d’avventura o a fare
pupazzetti... Non si è veritieri ed onesti quando si cerca di barare ad un
gioco, come anche semplicemente quando non si sa perdere; quando non si porta a
termine col proprio meglio un incarico che ci si è assunti».
Mi
sembra che già queste parole possano aiutarci a comprendere in modo più
chiaro il senso dell’Onore. E questo è fondamentale, perché bisogna capire
il perché di quanto si fa, di quanto si dice e promette, se si vuole essere
coerenti: come potrei mantenere qualcosa che non conosco o non comprendo?!
Ma
molti, forse tra gli stessi scout, hanno abbastanza confuso il senso di questa
parola che suona come qualcosa di antico e sorpassato..., anche per colpa
dell’uso improprio che se ne è fatto, quasi si associasse ad un film del
“Padrino”:Uomo d'onore..., delitto d'onore...
Ma
non può esistere il "piacere” dell'onore senza l’"onere”
dell'onestà. Le due parole sono invece fortemente legate ("honor" e
"honestus" hanno infatti una radice comune):
si
è allora onorati ed onorevoli se si è onesti e corretti moralmente. Questo
restituisce allora all’onore la sua più profonda ed imbarazzante purezza
etica.
In
questa prospettiva non solo l’onore e l’onestà, ma anche gli altri valori
ad essi legati, quali l’integrità, la correttezza, la lealtà, portano chi li
pratica ad essere radicalmente anticonformista..., a "guidare la propria
canoa controcorrente" come una Guida o uno Scout.
Beppe
Le citazioni di F.Catani sono tratte da "A caccia con lupo rosso solitario", p.49, ed."Centro italiano di studi e di esperienze scout Baden - Powell", 1983, a cura di Pietro Paolo Severi,