Sì! I ribelli siamo noi.
di Roberto Cociacich
Sì!
I ribelli siamo noi.
Noi
quando ce ne andiamo randagi e liberi lungo le strade e i sentieri di montagna
mentre altri si chiudono come topi ballerini in capannoni pieni di rumori e di
stupefacenti.
Sì!
I ribelli siamo noi!
Noi
quando ci inebriamo della luce della luna e delle stelle, mentre altri sono solo
capaci di uscire ubriachi e offuscati da una notte di bagordi.
Sì!
I ribelli siamo noi.
Noi
quando amiamo il silenzio delle grandi vette, il rincorrersi dei profili dei
monti lontano all’orizzonte, il biondo colore dell’erba ai primi raggi
dell’alba, mentre altri sono rimbambiti dal frastuono delle città, immersi
nel grigio dell’asfalto e del cemento, indifferenti alla bellezza che
nonostante tutto sta loro intorno.
Sì!
I ribelli siamo noi.
Noi
che ce ne infischiamo dei soldi e della carriera e troviamo piacere nelle cose
semplici e nelle varie amicizie, mentre gli altri sgomitano per farsi largo e si
arrampicano affannosamente cercando un successo fatto anche di imbrogli,
ipocrisie e tradimenti.
Sì!
I ribelli siamo noi.
Noi
quando siamo capaci di spegnere lo stereo, la tele, il cine e il cd e apriamo la
porta di casa per andare a conoscere di persona il mondo, gli uomini e le donne
che abitano il pianeta, mentre altri si chiudono a guardarlo dal buco della
serratura di una rappresentazione virtuale e priva di vita.
Sì!
I ribelli siamo noi!
Noi
quando siamo capaci di sporcarci le mani, di comprometterci in prima persona, di
accettare le inevitabili contraddizioni che comporta il vivere e l’amare, di
piegare la schiena per ascoltare le deboli parole di chi è malato e di chi
soffre, mentre altri ci deridono e ci giudicano sprezzanti dall’alto delle
loro fredde virtù prive d’amore.
Sì!
I ribelli siamo noi.
Quando
sappiamo vincere al timidezza e i timori e accettiamo di salire sul grande
palcoscenico della vita per interpretare da veri protagonisti il ruolo che il
buon dio ci ha affidato, mentre tanti altri si limitano a restare nell’ombra
della platea capaci solo di ridere o fischiare se lo spettacolo non è di loro
gradimento.
Sì!
I ribelli siamo noi.
Noi se sapremo fare tutte queste cose con serenità d’animo, testa dritta e sorriso sulle labbra e con desiderio di coinvolgere nel Grande gioco anche chi per il momento ne è rimasto fuori perché siamo convinti che la vita meriti di essere vissuta fino in fondo, da autentici ribelli».
«Il clan deve essere il luogo di riflessione in comune e di critica dei comportamenti attuali. É
necessario che i rovers giudichino gli usi e le tradizioni dei loro
ambienti e che acquistino il coraggio di rifiutarsi a ciò che essi
condannano. All’inizio
del roverismo Scouts de
France, noi dicevamo volentieri: “Tutti
i giorni, facciamo un atto di non conformismo“. Un
atto libero ispirato, non dalla fantasia o dalla paura, ma da convinzioni
meditate (quell’atto concertato, voluto, deciso, […] come condizione
del l’accrescimento umano). É
a prezzo di questa conquista interiore che si può pretendere di cambiare il mondo. Il
risultato di questa disciplina personale ebbe ben presto risultati
tangibili, nel rifiuto e nella scomparsa di burle di scuola o
d’officina, giudicate odiose, contrarie alla dignità umana e allo
spirito cristiano». Padre Forestier o.p. "Scoutisme route de libertè" |
Il testo di "I ribelli siamo noi" è giunto a Zeb per "vie strane"... e ne ignorava l'esatta provenienza e l'autore, anche se supponeva fosse stato pubblicato per la prima volta su "Camminiamo Insieme", la rivista Rover / Scolte Agesci. A metà luglio 2004, una Capo ci ha segnalato che l'autore è certamente ROBERTO COCIANCICH, e che il testo ha visto la luce per la prima volta nel 1996 - '97 circa su "Camminiamo Insieme". |