"...Vorrei rifare la
Promessa"
A
cena con amici sere fa si parlava di scout; Carlo e Franco lo erano stati
anche loro. Ora non più, come me del
resto.
La
Promessa: ognuno pensava a quando l’aveva fatta, a quel periodo, si
ricordava, si scherzava. Il discorso finì lì.
Poi
mentre tornavo a casa, tutte quelle cose mi rimuginavano dentro: esiste, mi
chiedevo,
al di là della Promessa, anni dopo, qualcosa di impalpabile che rimane in
noi? Qualcosa al di fuori degli anni passati nella vita scout?
Certamente allora era molto bello:
la mia divisa nuova, le tende al tramonto, tante care persone che ora sono lontane o addirittura non ci sono più, la mia emozione di piede tenero una cosa così semplice, così forte.
Dodici anni fa, in fondo non sono poi tanti:
scout una volta, scout per sempre.
E
no! Non era mica un giuramento: era una promessa.
Promettere significa ben altro.
Fare
del nostro meglio, cercare di mettercela tutta per rispettare, mantenere fede ad
Già
so quello che direte a questo punto: il solito fervorino del solito
nostalgico. No, no, vi sbagliate proprio. Io non sono più scout e poi queste
cose non le volevo scrivere.
Eppure basta chiedere a me stesso:
l’hai
mantenuta anzi, ed è qua che è difficile, la mantieni quella promessa?
Allora a tredici anni era bello promettere.
Ora
no, ora è difficile, tra compromessi e falsi pudori, tutti presi da quella
noia ridicola, da quel timore assurdo per le cose belle.
La
dovrei rifare a venticinque anni la Promessa.
E la farei uguale. Di fronte alle cose di ogni giorno, a ciò che mi circonda ora.
Trovare
in quelle parole la forza di andare avanti, con l’allegria e il coraggio dei
quindici anni. In ufficio quando è più duro il lavoro e quel contratto non sono
riuscito a farlo firmare al nuovo cliente. Quando la testa scoppia e mamma sta
male e papà è stanco dopo trenta anni di lavoro e tutto è nero attorno.
Quando
è facile essere derisi affermando che Cristo e stato il più grande
rivoluzionario della storia. Quando lo spirito di povertà non esiste più ed è
forte il desiderio di comprarsi l’auto nuova. Nelle piccole e grandi cose di
ogni giorno.
Quando
solo con me stesso penso alla mia futura famiglia, al suo valore, quando mi
spaventa
l’idea di avere dei figli e di
tirarli su bene, e poi guardando mio nipote con le dita imbrattate di
pastelli, che mi dice: «guarda ho disegnato un albero!» ed è solo una
macchia di verde, provo una grande gioia e ringrazio Dio di avermi creato.
Ecco in ogni attimo della nostra vita c'è una promessa, c'è uno sforzo non importa se sempre mantenuto.
In ogni giorno un giorno scout dovunque, sempre, al di là delle divise al di là di una associazione, al di là dei livelli, al di là dei capi.
La promessa è una strada, quasi mai comoda. E ciò aumenta più si va avanti con gli anni.
L’avventura che una volta cercavamo nei boschi e per i monti è ogni giorno nella casa, nelle strade, al lavoro, tra la gente.
La promessa è ogni mattino anche quando la bocca è amara, e andrebbe di sdraiarsi a terra e di lasciare che pensino gli altri. Anche quando il muro della incomprensione sembra troppo grande da superare.
G.S., da "L'Esploratore"
(rivista ASCI per gli Esploratori), n.4, Aprile 1972