I Santi
SAN GIORGIO
Il santo con cui iniziare non poteva non essere San Giorgio, per questo e gli altri Santi non mi limiterò alle notizie agiografiche, cercherò di riportare le indicazioni della Liturgia delle Ore, dove ci fossero, sempre nell’ottica spirituale e pastorale della santità: l’esempio di uomini e donne dato ad altri uomini e donne per indicare e percorrere la strada verso Dio.
“La
festa odierna, o carissimi, raddoppia la letizia della gloria pasquale e, come
gemma preziosa, fa risplendere, con la bellezza del suo splendore, l’oro in
cui è incastonata.
Egli
passò evidentemente dall’uno all’altro servizio militare. Cambiò
l’ufficio di tribuno con la milizia cristiana. Nei nuovi ranghi si comportò
come valoroso soldato. Distribuendo tutto ai poveri si liberò prima di tutto
del peso dei beni terreni e così, libero e sciolto e ricoperto della corazza
della fede, si gettò come ardimentoso guerriero di Cristo nel bel mezzo della
mischia.
Con
queste parole siamo edotti che non possono combattere fortemente e
convenientemente coloro che temono ancora di spogliarsi dei beni della terra.
Invece San Giorgio, acceso dal fuoco dello Spirito Santo e invincibilmente
premunito del vessillo della croce, combatté contro il re dell’iniquità.
Vinse il capo di tutti i malvagi nei suoi satelliti, ed infuse coraggio e valore
nel cuore dei soldati di Cristo. Alla battaglia era presente, anche se
invisibile, il generale supremo. È Lui, del resto, che per il suo piano
particolare permette di infierire alla banda degli empi. E se consegnò nelle
mani dei carnefici il suo martire, tuttavia ne custodì, difese e protesse
validamente l’anima che si appoggiava sulla rocca inespugnabile della fede.
Carissimi fratelli, non ammiriamo soltanto questo combattente della milizia celeste, ma imitiamolo anche.”
Dai “Discorsi” di San Pier Damiani, vescovo, nella Liturgia delle Ore.
Ogni martire dei primi secoli invitava i non cristiani alla conversione e nei secoli seguenti, quando il battesimo veniva dato ai bambini, invitava i cristiani a riscoprire il valore di questo sacramento, incarnando con serietà il Vangelo nella vita personale e della comunità
La vicenda di San Giorgio è divisa in due parti, la lotta contro il drago, molto nota, ed il martirio. Storicamente sembra si possa affermare soltanto che fu un ufficiale dell’esercito romano, proveniente dalla Cappadocia, martirizzato sotto Diocleziano a Lidda (attuale Lod in Israele) per aver preteso giustizia per i cristiani perseguitati e per essersi dichiarato cristiano (la conversione avvenne probabilmente ad opera della madre), oltre la sua esistenza, nulla sappiamo di certo su di lui, dobbiamo accontentarci del racconto di una passio, storicamente mal sicura, scritta forse da un suo aiutante di nome Pasicrate.
Fin dal secolo IV fu venerato a Diastoli in Palestina, dove era stata costruita una chiesa in suo onore. Il culto di Giorgio come martire è precedente a quello per l’uccisione del drago, era presente in Italia, nord Africa, nell’area greco bizantina, nell’Asia minore e nei territori slavi dell’Europa imperiale.
Il culto si diffuse rapidamente e l’immagine del cavaliere con il drago sotto i piedi, allietava la fantasia ed istruiva alla fede, infondendo fiducia nella protezione divina, del popolo di Dio, anche nelle difficoltà della vita. Nel medioevo divenne il protettore dei cavalieri, in modo particolare dei crociati, la Georgia prese da lui il nome e i re d’Inghilterra, partendo da Riccardo Cuor di Leone, lo scelsero come patrono della propria terra e casato.
La funzione storica, anche se avvolta nella leggenda, è di ricordare al mondo un’idea semplice e fondamentale: il bene vince sempre il male, ed il saggio nelle scelte fondamentali della vita non si deve lasciar ingannare dalle apparenze.
Fraternamente in Cristo
wontolla