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"IN SANCTAS AC VENERABILES MANUS SUAS..."

Ti ricordi, Michele, di quell’uscita nel corso della quale Maurizio si era ferito al ginocchio? Ti rivedo. Eri inginocchiato vicino a lui che era seduto su un terrapieno. Gli scouts della squadriglia ti osservavano. E tu, davanti a quella magrezza, davanti a quelle gambe di pollo, tu avevi avuto bruscamente la certezza che Maurizio, quel perfetto "scoutino", non mangiasse a sufficienza per la sua fame.

Ti sei lambiccato il cervello per trovate che cosa potevi fare. Allora il giorno dopo l’hai invitato al ristorante con il suo Capo Squadriglia con il pretesto che era la sua festa, per fargli fare un buon pasto. Hai visto subito che non ne aveva l’abitudine. C’era del burro con il radicchio, mai egli aveva mangiato del burro sul pane. Gli sembrava strano. Ha riso. Aveva l’aria contenta. Ma tu, tu vedevi quel fragile viso. Sembrava che fosse blu sotto l’alabastro e tu pensavi a quegli uccellini i cui genitori non sono tornati al nido e che il gatto spia.

Hai preso il coraggio a due mani e sei andato a trovare sua madre. Non sapevi, veramente, come comportarti. Hai sbagliato ad andartene dopo aver detto qualche banalità. Hai pregato la Vergine nel tuo cuore. E poi tutto s’è sistemato. Non sai come. Ma infine, dolcemente, senza che tu potessi ferirlo, hai detto che ti chiedevi se Maurizio..., aveva abbastanza appetito.

Sua madre è arrossita. S’è commossa. Hai creduto che stesse per piangere. Tutto era molto lindo nelle due stanze. Su una sedia hai visto la biancheria che aveva appena finito di cucire e di stirare per le due piccole sorelle di Maurizio.

Ella ti ha detto: " Faccio tutto quel che posso. Ci si priva di tutto. Mio marito si impegna. Fa molte ore. Ma non è che ottenga molto. Gli scrivani, lei sa, non sono molto pagati. Non sono direttamente produttivi e allora sono trascurati. Se un Amico degli Scouts non l’avesse preso a suo carico, Maurizio non avrebbe mai potuto fare delle uscite. Egli chiama ciò la sua "adozione ". Dice che ciò fa sorridere il Vecchio Lupo in cielo. L’ha conosciuto. Se ne ricorda, dice che lui, se non fosse stato scout, avrebbe fatto la bella vita e non sa dove sarebbe ora".

Da quel giorno tu non hai più fumato. Ti sembrava troppo sciocco spendere tanto denaro quando dei fanciulli hanno fame. Oh, so bene che di tanto in tanto, ti offri ancora una sigaretta. Ma anche questa sigaretta, dopo la colazione, non ti dice più gran che, non è vero? Dopo che hai visto gli occhi meravigliati di Maurizio davanti ad una cassetta di Pangermine e di scatole di latte svizzero.

E' già passato molto tempo da allora. E tu ieri mi hai riparlato di Maurizio. Si è sposato. Dice che l’Anello d’oro è meraviglioso e che egli e sua moglie vogliono fare un elegante foyer cristiano. Ma tu, nel frattempo, sei triste. Ti ricordi quella sera al campo in cui il tuo piccolo Capo Squadriglia, gravemente, t’aveva detto che si sarebbe fatto prete. Tu avevi fatto delle obiezioni. Egli ti aveva persuaso. Era assai dotato. Il latino per lui non aveva difficoltà. Il tuo Aiuto che preparava la maturità gliel’aveva insegnato molto bene, la sera. Tutto ciò sembrava veramente serio. Egli aveva un senso profondo della miseria delle anime, perché non ha continuato? C’è stata Mariolina, certamente, quella monella bionda e riccioluta. Ma tu ti chiedi se hai fatto tutto quel che dovevi per proteggere quella vocazione.

Cos’avresti potuto fare? Non potevi sempre fargli dei sermoni, spronarlo, metterlo in una serra. Se è indietreggiato davanti alle prospettive felici di un focolare, vuol dire che la sua vocazione non era solida.

E io sento ancora il suono grave della tua voce: " Avrei potuto, grazie al mio contegno, fargli sentire in anticipo la grandezza del prete. Il nostro Assistente, io l’interpellai: Eh! l’Assistente! So bene che con quella familiarità, mi mettevo al suo livello, e che anzi lo trattavo dall'alto. Un giorno io stesso ho detto ciò a P. Doncoeur, l’Abbé? Egli mi ha guardato con tanta ironia che avrei voluto andare sotto terra, ma mi ripresi: e continuai: Monsieur l’Abbé. Egli rise: " Non siamo accademici. Dimmi: Padre. Abbé, vuoi dire Padre. Noi siamo i vostri Padri nella fede. Non chiamate dunque i vostri Assistenti: I'Aumôunier [assistente ecclesiastico]. Ai vostri preti dite loro Padre, e metteteci molto amore. Essi lo meritano". Io mi son detto che averi potuto arrivarci anche da solo.

"E ora io penso a quella povera cappella da campo. Lasciavo la cura di mantenerla in ordine all’Assistente. E frequentemente la portava anche. Quante volte io l’ho lasciato sbrogliarsi da solo per installare l’altare. Mi accorgo ora che bisognava che mendicasse aiuto. Non ho saputo entusiasmare i ragazzi, far loro comprendere l’onore che avevano di avere un prete per loro, una messa al campo. E poi, soprattutto, mi ricordo quel giorno in cui avevo criticato con veemenza i curati davanti ai ragazzi. Ero in vena. Essi erano rapiti di sentir dileggiare le processioni. Maurizio ascoltava. Non rideva. Non diceva nulla. Forse mi sbaglio, ma lo rivedo, ora, con il viso indurito, smunto. Non mi ha più parlato di sé ". Tu non avevi ancora compreso la grandezza del prete, mio povero Michele. Tu vedevi troppo l’uomo. Ciò che tu volevi, era che il tuo Assistente fosse " un tipo ", come dicevi. Ma al suo carattere soprannaturale, confessa che tu non ci pensavi?

Ci è voluta la morte di quel vecchio prete perché tu comprendessi. Ti sento ancora mentre la racconti. Quel povero villaggio della Seine - et - Marne, dove eravate arrivati, quando una vecchia donna vi disse: "Voi siete Scouts cattolici? C’è il Signor Curato che sta morendo". Qualcuno fra di voi, fra i più forti, è andato da lui. Aveva due vecchie donne da ogni parte del letto di legno. Che povertà. L’impiantito, mal lavato, era sconnesso, Sul camino una misera statua di Nostra Signora di Lourdes e dei girasoli disseccati. Il vecchio prete ha sorriso quando siete entrati. Molto flebilmente ha detto: " Degli scouts ". Ha tentato di tendere la mano. Era meravigliosamente bella, quella mano che tanto di frequente era stata quella del Signore Gesù. T’ha fatto segno. Tu ti sei avvicinato. T'ha detto: " Non rimpiango niente. I miei genitori erano agiati. Io avrei potuto avere una fattoria. Ho vissuto nella miseria. Ma, vedete, io morirò fra qualche giorno, e mi ritorna al cuore la gioia delle mie prime messe. Ciò cancella tutte le pene. Eppoi io vedo due o tre anime, ne sono sicuro, che il Signore ha salvato per mio tramite. Queste anime palpitanti, strappate all’inferno del peccato e offerte ai piedi del Maestro, sono una tal gioia che ne sono oppresso. Da morire dalla gioia. No, non rimpiango nulla. Ho fatto bene a fidarmi del mio Maestro e Amico ". Tu non dimenticherai mai il sorriso che egli ebbe morendo. Le vecchie donne gli congiunsero le mani. Ti sembrava che in quella povera dimora, nello squallore generale, esse brillassero d'uno strano fuoco. E tu ti chiedesti se erano le Unzioni che avevano un tempo segnato queste mani del potere di tenere il pane e d'offrire l'Eucaristia.

disegno di Francesco Guerrini

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