In molti Gruppi Scout si usa ancora lanciare il triplice "Urlo di gioia degli Scouts Italiani", San Giorgio!
Italia! (un grido al quale, l'Associazione italiana Guide e Scout d'Europa, ha sostituito al terzo urlo la "parola" Europa al posto di "quella" Italia...).
Questo grido ad alcuni non piace, ma altri invece lo utilizzano abitualmente in occasione di cerimonie, in particolare all'Alza Bandiera..., come una delle tante tradizioni scout.
Da dove viene? Come lo presentavano alla sua ideazione degli anni '20 del secolo scorso?
Questo voleva, probabilmente, sostituire con qualcosa di più "nostro" analoghi "urli stranieri",
quale - ad esempio - l' Hjph, Hjph! Hurrà!
Da una rivista scout dell'Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI) degli anni '20... Forse è un po'... retorico, ma leggendo con il giusto spirito e "apertura mentale" questo articoletto, si potrà comprendere l'entusiasmo che animava lo Scautismo cattolico italiano delle origini...
SAN GIORGIO! ...
ITALIA !
è il grido dei nostri baldi esploratori.
San Giorgio, il santo protettore dei cavalieri, il santo che la fantasia del popolo cristiano ha posto al disopra della storia e della leggenda, foggiando a Lui la mistica aureola dei santi prediletti, il santo che l’artistica iconografia ci tratteggia giovane bello, nella vigoria e nella prestanza del corpo custodito dalla virtù, elegante per la forte armatura medioevale; San Giorgio, nella lotta contro il dragone malefico simbolo e prototipo dei giovani che nell’esercizio della cristiana disciplina temprano le loro energie fisiche e morali per combattere e vincere le difficili lotte che la vita prepara ai generosi.
Italia, la
nostra Patria, che seppe le grandezze di Roma imperiale, che venne santificata
dal sangue redentore di migliaia di martiri artefici di una grandezza morale che
non conoscerà tramonto; Italia, la terra che racchiude i tesori di natura, di
arte, di scienza, di civiltà, di religione, che formano oggetto di santa
invidia da parte delle altre nazioni; Italia, simbolo di sana libertà in tutti
i secoli e particolarmente in quelli dolorosi insieme ed eroici della
oppressione; Italia, la casa che ci vide nascere, la zolla che ricopre le salme
dei nostri cari defunti, la chiesa dove apprendemmo ad amare santamente, la
scuola che, assieme al patrio idioma, ci apprese le prime nozioni della umana
scienza; Italia, il centro dei nostri affetti generosi, la grande famiglia che
Iddio ci insegna ad amare a costo di sacrifici che non debbono avere numero e
misura.
Tutti
questi sentimenti erompono dal cuore dei nostri giovani, quando dalle loro
labbra si sprigiona il grido fatidico:
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