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Corte d'Onore per l'ammissione alla Promessa

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La Corte d’Onore

è mezzo formativo

 

(da "Estote Parati" - rivista dei capi ASCI - 1960)

 

Il titolo può sembrare scontato, anzi banale, ed io spero vivamente che lo sia.

Tuttavia, cerchiamo di vedere la cosa insieme.

La Corte d’Onore è una riunione solenne di ragazzi, diretta da adulti.

Sulle norme direttive si possono fare ampie dissertazioni d’ordine giuridico-costituzionale rilevando elementi essenziali ed accidentali, di merito o di rito, per la validità delle decisioni; molti si potrebbero preoccupare del diritto alla parola e di quello di voto, oppure delle « norme » di convocazione, di presidenza, dei « poteri » del Capo e dell’Assistente, del veto...

E’ questo il modo più sicuro, anche se estremamente facile, di mettersi catastroficamente ed irreparabilmente fuori strada.

La nostra è una associazione educativa e solo a questo fine è predisposta la sua organizzazione.

E’ anche piuttosto semplice riflettere che non è assolutamente necessario, per una buona organizzazione giovanile, rimettere ai ragazzi stessi la potestà degli atti fondamentali della vita associativa quale l’ammissione e l’espulsione dei propri associati.

lo dico questo perché voglio concludere che la Corte d’Onore nello scautismo ha una funzione educativa. Essa non è cioè il Consiglio d’Amministrazione dell’ASCI Soc. a r. I., ma è, nel Metodo, un mezzo, ed un mezzo educativo di cui il Capo deve servirsi per la formazione dei propri ragazzi.

Essa sta nello scautismo accanto ai nodi, ai ponti, all’aria libera, quale « arnese » indispensabile per l’opera sua. E qui, come non mai, è indispensabile sentire nel termine « Capo » le due inscindibili figure del Capo Riparto e del suo Assistente. E’ stato giustamente detto che la Corte d’Onore è forse la più tipica espressione del Metodo; devo aggiungere: è l’unica che nessun’altra associazione ha fin’ora avuto coraggio di imitare.

In Corte d’Onore il Capo squadriglia prende delle decisioni valide.

Ad un superficiale o a chi non è bene informato (non certo ad un Capo...) fa subito impressione questa « autorità » dell’educando e fa nascere il sospetto che possa condurre a situazioni anacronistiche.

La realtà è che non la Corte d’Onore, ma il Metodo, è di per sé una rivoluzione.

Noi sappiamo che i nostri migliori sostegni per l’edificazione dell’edificio umano sono la fiducia e la responsabilità. La Corte d’Onore è un costante atto di fiducia del Capo ed un incessante, inevitabile esercizio di responsabilità dei Capi squadriglia.

Noi sappiamo, giorno per giorno lo controlliamo, che l’autorità del Capo è quella dell’« eroe » per il ragazzo. Anche noi, Capi dell’era della gioventù bruciata, ci accorgiamo che il nostro scout ha sostituito il formale, esteriore rispetto, con l’intimo riconoscimento dell’autorità. Noi sappiamo che la nostra Corte d’Onore si può comprendere, misurare e giustificare solo se vista nel quadro di tutto il Metodo.

Solo così noi possiamo permettere tranquillamente che i nostri Csq. discutano e decidano; perché sappiamo che i nostri Csq. non discutono la Legge ma la applicano.

Anche quel nostro Csq. che oggi siede insieme a noi, con somma potestà, venne un giorno novizietto. E noi gli parlammo per primi della Legge; fummo noi a stringergli la mano mentre pronunciava il suo grande impegno e noi gli dicemmo di aver piena fiducia che egli lo avrebbe mantenuto.

E’ questa la garanzia più sicura per il Capo di trovarsi, nella psicologia del ragazzo, insieme alla Legge, in uno strato superiore che lo rende modello imitato, non discusso: egli fa parte dell’ideale scout.

Perciò la posizione del Capo in Corte d’Onore non differisce da quella sua mentre dirige un gioco o insegna a tagliare alberi.

Egli « dirige », non « presiede » la sua Corte d’Onore.

Ma questi sono gli elementi educativi comuni a tutto lo scautismo. La Corte d’Onore ne ha di altri, specifici, che vale la pena ricordare.

La Corted'Onore educa chi vi partecipa:

- intellettualmente, perché allena i Csq. a trarre delle deduzioni logiche dopo aver scrupolosamente osservato i fatti;

- moralmente, perché obbliga il Csq. a pensare ordinatamente secondo un principio indefettibile, e ad esprimere con chiarezza il suo pensiero.

L’importanza centrale della Corte d’Onore è quella di essere il mezzo principe per la diretta formazione civica del ragazzo.

Egli, infatti, vi impara a sentire e tener conto del parere altrui, mentre avverte il peso del suo e l’importanza della comune decisione.

Ma, soprattutto — e ciò dipende dall’Assistente e dal Capo — in Corte d’Onore imparerà a giudicare con amore la realtà della vita e si eserciterà a ricercare il bene degli altri.

Gli elementi del cerimoniale assicurano con la loro suggestività la condizione psicologicamente più adatta perché Capo ed Assistente possano edificare. Sarebbe errore irrimediabile dimenticare lo stile e la solennità della riunione.

- La Corte d’Onore è formativa per gli Aiuto Capi poiché vi imparano ad impersonare il ruolo del Capo, partecipando alla figura stessa del Capo Riparto e dell’Assistente.  

Essi sono lì in questa posizione, loro attribuita dai ragazzi, e debbono saperlo.

Un leale sforzo di aderenza al Capo li porterà a superare senza difficoltà il loro più grave ostacolo: quello di passare dalla visione dello scautismo grande avventura, allo scautismo metodo educativo.

- La Corte d’Onore è mezzo educativo per il Riparto.

La sua autorità e solennità rendono moralmente accettate ed intimamente sentite le sue decisioni: non c’è nulla di più emozionante per un ragazzo, nulla di più intensamente vissuto, del riconoscimento o del rim­provero della Corte d’Onore.

Tutti noi siamo testimoni dell’attesa trepida che si diffonde nel Riparto all’annuncio di convocazione della Corte d’Onore.

Tutti abbiamo sperimentato qual’è la risonanza, nel Riparto, delle decisioni prese dalla Corte d’Onore. Non m e mai capitato di sentir messa in discussione l’autorità morale delle sue decisioni, anche quando esse siano state necessariamente estreme.

La Corte d’Onore è così il mezzo per tener vivo nel Riparto un alto senso dell’Onore, per dare un’insospettabile forza reale alla Legge.

Ci sarà il solito qualcuno che dirà « queste sono belle cose, se fossero così in realtà ». Caro fratello, che posso dirti? La Corte d’Onore è così (non dovrebbe essere), ma solo se tu applichi integralmente il Metodo.

Certo non è così se tu ti senti il rivale del tuo Assistente.

Ancor meno può esserlo se tu ti senti spodestato dal tuo trono da decisioni tanto diverse da quelle a te gradite: sei tu che vuoi scendere dal posto che i tuoi Csq. intimamente ti riserbano, per insediarti a presiedere un’assemblea condominale. Ricordi proprio tranquillamente d’aver spiegato per primo al tuo novizietto la sua nuova Legge?

E sei certo d’essergli stato a fianco nella sua veglia? Pensi che i tuoi ti considerino il « vero scout »?

E tu, sei proprio convinto che vale la pena fidarsi di « quei tipi là »?

Eppoi, sei certo d’aver dato la necessaria considerazione e solennità alla tua Corte d’Onore? La riunioncella fatta all’angolo della scuola, mentre i ragazzi escono... le convocazioni settimanali.., o quelle triennali...: pensaci!

So bene che tutto quel che ho detto ha poco di originale: si ripete tanto spesso ad ogni campo scuola...

Tuttavia è S. Giorgio ed un esamuccio di coscienza non ci sta maluccio.

                                                                                             Mimmo Sorrentino