Scolte
"La Route di tutti i giorni"(*)
Come
vorrei che le mie strade di tutti i giorni fossero il seguito delle mie Routes
di Fuoco.
Come
vorrei che trasparisse su queste mie strade quotidiane la convinzione, la
ricchezza, le idee più profonde che il cristianesimo e lo Scoltismo mi hanno
dato e che vissute in comunità nella Route di Fuoco fanno di essa un punto
luminoso, una pista di lancio.
Sento
fortemente dentro di me questa urgenza che mi spinge ad essere coerente, a
desiderare l’armonia tra quello che mi impegna durante la nostra attività e
quello che quotidianamente mi impegna nell’ambiente di lavoro, di studio, di
divertimento.
E
allora penso alle Routes, all’attività di Fuoco, che tanto posto hanno nella
mia vita, e alla mia vita di tutti i giorni.
Che
cosa porto della mia Route di Fuoco nella mia route di ogni giorno?
E
se tanta parte ha lo Scoltismo in me e nel mio tempo, perché qualche volta c’è
rottura, c’è contrasto nel mio atteggiamento in Fuoco e fuori di esso?
Perché
ci deve essere rottura tra la danza intorno al Fuoco di Bivacco sotto un cielo
pieno di stelle, nel silenzio della notte e della natura e il divertirmi in casa
d’amici solo perché non porto la divisa e l’ambiente è diverso?
Perché
ci deve essere rottura tra la divisa e il modo di indossarla e il mio abito più
elegante o quello che porto più volentieri perché più è alla moda?
Perché
ci deve essere rottura tra il mio modo di camminare deciso, teso ad una meta,
quando si fa sera e il Campo è ancora lontano e quello che mi è abituale in
città, quando vado a fare quattro passi con gli amici portandomi in giro senza
sapere dove e perché?
Ma
questa rottura non ci deve essere; non può esserci se io sono «totale» in
ogni mia azione; se porto tutta me stessa in ogni ambiente; se di tutte le
circostanze della mia vita faccio solo un mezzo e non un fine; se mi preoccupo
di avere un unico stile che mi distingua e mi faccia parte viva
e necessaria di
un armonico tutto.
Solo
se riuscirò a portare negli atteggiamenti della mia vita di tutti i giorni le
mie convinzioni più profonde e più vere, e che non posso sopprimere -
altrimenti non sarei neppure Scolta - potrò dire di avere un unico stile, che
in fondo non è per me che armonia e sintesi delle mie esigenze più profonde.
Allora
sarà identico, per me (ed io sarò in pace, nel piano di Dio) indossare la
divisa o l’abito che mi sta meglio, calzare scarponi o portare le scarpe più
eleganti, camminare con le Scolte o con un compagno di università, sudare
sotto il sole ed il sacco o farmi graziosa al mattino prima di uscire.
...E allora, lascia che ti chieda, Signore, che tutte queste cose per me e per tutte le Scolte siano mezzo per facilitare il dialogo con tutti gli altri, e che in questo dialogo essi trovino sempre l’occasione per andare più avanti.
A.G.I., “Quaderno di traccia”
(Collana Trifoglio - ed. Ancora Milano, 1969)
(*) Il libro non riporta il nome dell'autrice, Dede , scolta e capo nell'AGI, poi suora del Carmelo.
É uno degli esempi del contributo dato dal Guidismo AGI alla spiritualità scout.