La
presente relazione è stata curata dall’ALT
Salvatore Zappardino
quando
faceva parte della Consulta degli Scaut del Mare dell’Assoraider.
quasi
una dedica:……. Nella mia vita ho avuto la fortuna di conoscere delle persone veramente speciali. Tra queste, nello scoutismo nautico, ho avuto modo di conoscere due grandi capi :Don Piero Gianti e Dante Bortolotti; entrambi grande esempio di spirito scout e dedizione ai ragazzi.Grazie ad essi ho appreso l’amore e l’utilità dello scoutismo nautico.Ne parlo, anche nelle pagine che seguiranno, non solo perché sia conosciuta la loro opera, ma altresì quale esempio per noi tutti.Ringrazio M.T. che mi ha permesso questo lavoro con la sua presenza ed il suo affetto.A
Don Piero ed a Dante dedico queste pagine con stima e gratitudine.
Catania,
21 Dicembre 2000
ALT Salvatore Zappardino - Assoraider Commissariato
Centrale Scaut del Mare |
Da uno sguardo a 360 gradi effettuato nei confronti dello scoutismo
nautico vissuto a livello nazionale ed internazionale siamo in possesso delle seguenti informazioni.
Premessa. Per quanto riguarda la situazione italiana, in linea
di massima, abbiamo notizie riguardanti le quattro maggiori associazioni
presenti a livello nazionale: Agesci; Assoraider, Cngei; Fse. Per quanto
riguarda altre “realtà minori” non disponiamo di molte informazioni.
Uniforme. In Italia l’Agesci non usa una uniforme
differente. L’uniforme dei nautici si differenzia con un distintivo con la
scritta “scout nautici”. Le altre tre maggiori Associazioni (Assoraider-Fse-Cngei)
usano una uniforme basata sul colore blu ed abbastanza simile fra di loro.
Possiamo affermare che l’unica differenza tra queste Associazioni è nei
distintivi.
Gli esploratori nautici dell’Agesci e della Fse usano il copricapo
della Marina Militare con la scritta “Agesci Scout Nautici” – “Fse Scout
Nautici”. Gli esploratori nautici del Cngei usano il basco blu.
All’estero
la maggioranza delle associazioni europee usano una uniforme simile alla nostra
con alcune delle caratterizzazioni precedentemente citate.
In alcune realtà i capi usano il copricapo
degli ufficiali della marina militare. Spesso, infatti, l’uniforme è molto
simile a quella in uso dalla marina militare e/o guardia costiera della propria
nazione.
Ad es.: gli scaut
francesi, sia Scout de France che Fse, usano il tipico pon-pon rosso sul
berretto.
Le capo donne dello scoutismo britannico usano il copricapo in uso al
settore femminile delle forze armate e/o dei corpi di polizia..
L’uniforme è
l’espressione concreta del forte senso di appartenenza che caratterizza quanti
fanno parte dello scoutismo nautico.
Struttura. In Italia solo l’Assoraider ha un Commissariato
Centrale ad hoc. Le altre tre associazioni tendono ad un inglobamento nei
settori già esistenti.
Questo, specie in Agesci, ha generato diverse contestazioni in quanto chi
fa parte del settore nautico non si sente molto valorizzato in campo nazionale.
Personalmente, sono rimasto molto colpito dallo spirito di contestazione
espresso dallo stand dei nautici Agesci realizzato in occasione della Route
Nazionale dei Piani di Verteglia nel 1997.Mi è sembrato di percepire una certa
paura in merito alla sopravvivenza/valorizzazione delle proprie peculiarità.
In diverse associazioni l’orientamento è quello di vedere nei nautici
una specializzazione, non una branca a sé stante, e quindi una estensione delle
rispettive branche.
L’Agesci ha diviso il settore in 5 aree geografiche denominate
dipartimenti.
Rapporti Internazionali.
Vengono effettuati ogni anno,
specie in Europa, dei Campi Internazionali per scaut e rover nautici. I paesi
nordici hanno una grande tradizione in tal senso.
All’ultima Gilwell Riunion i capi dello scoutismo nautico britannico
hanno realizzato un proprio sottocampo con uno stand di presentazione molto
curato e ben fatto.
Sempre a Gilwell un’area del campo è riservata per attività nautiche.
Ai Jamboree ed attività similari spesso viene realizzato un sottocampo
nautico.
Al Jamboree in Norvegia (1975) l’Italia partecipò anche con un Reparto
di formazione interamente formato da scout nautici e dislocati (guarda caso) nel
Sottocampo Nautico “Sarek” dislocato in un isolotto all’interno di un
fiordo.
Non risulta un referente/incaricato internazionale a livello di Wosm e
Waggs.
Ogni anno viene organizzata una conferenza europea dei capi dello
scoutismo nautico.
Recentemente un equipaggio internazionale di 15 rover e capi ha
effettuato un tour sulla costa dalmata con una barca a vela.
Tutte le nazioni del bacino del mediterraneo hanno realtà di scoutismo
nautico.
Coeducazione e Presenza Femminile.
In Italia la Fse non prevede attività nautiche, anche se separate, per
le ragazze.
L’Agesci ed il Cngei prevedono la formazione di pattuglie omogenee, per
sesso, inserite in Reparti con pattuglie di sesso differente. Abbiamo notizia di
alcuni reparti nautici Agesci interamente
maschili e/o femminili. Tutti i Reparti del Cngei sono misti con pattuglie
omogenee per sesso.
A proposito di ragazze l’Ungei (ex ramo femminine del Cngei) nel 1921
prevedeva attività nautiche.
Nel 1978 il responsabile francese del settore nautico Fse rimase sorpreso
nel vedere in Italia (nei Gruppi Nautici Antares sul Lago di Bolsena) le
esploratrici che effettuavano attività da sole in barca a vela.
Solo l’Assoraider prevede la formazione di pattuglie miste anche nel
settore nautico. A tal proposito, a livello internazionale, siamo gli unici ad
adottare tale livello di coeducazione.
Ne consegue come per molte associazioni italiane e straniere lo scoutismo
nautico sia una esclusiva attività da proporre alla componente maschile.
Struttura periferica – Sezione/Gruppo. La tendenza è quella di
riservare l’attività nautica alla Branca Esploratori.
In Italia solo l’Assoraider prevede l’applicazione dello scoutismo
nautico a tutte le Branche. Nelle altre associazioni a livello nazionale
i lupetti dei gruppi nautici
non vestono l’uniforme blu.
In alcune nazioni i Gruppi/Sezioni nautici dipendono direttamente dal
nazionale baipassando la struttura provinciale e regionale.
Lupettismo nautico – In Italia solo l’Assoraider
prevede una uniforme blu per i lupetti delle sezioni nautiche. Nelle altre
nazioni i lupetti, generalmente, vestono l’uniforme dei terrestri.
In
alcune nazioni europee il lupettismo nautico non applica l’ambiente giungla ma
è basato su alcuni racconti del mare. In questi casi, stranamente, però i capi
hanno i nomi giungla pur mantenendo una diversa terminologia come ad es. i
cuccioli che vengono chiamati mozzi. Molte attività vengono svolte sull’acqua
utilizzando il gioco come strumento prevalente.
Al
momento dell’iscrizione i genitori del lupetto spesso vengono messi a
conoscenza del futuro inserimento in un reparto nautico come condizione per
l’accettazione nel branco.
Usualmente
vengono accentuate le capacità attinenti all’ambiente acqua e/o marino,
fondamentale risulta la capacità di nuotatore. Particolare importanza rivestono
le Vacanze di Branco vissute vicino al mare.
Alcune
Compagnie (n.d.w.: Clan - Fuoco) Agesci, Assoraider, Cngei svolgono
occasionalmente attività di “tipo estremo”
come il raffing e torrentismo.
Al Rover
Moot tenutosi in Svizzera alcuni anni fa un ragazzo è morto in una di queste
attività.
Esploratorismo Nautico. La tendenza italiana è quella di
evitare, per la branca E/E (n.d.w.: E / G), attività in mare aperto. Di norma vengono privilegiate le
attività in canoa su lago e/o su fiume. Abbiamo notizia in merito all’hike
nautico per gli esploratori di I° classe del Cngei,
in coppia, con partenza in canoa su un percorso prestabilito dai capi.
Per diverse realtà italiane è molto forte la proposta della veglia alle
stelle in barca e/o sulla spiaggia.
Nel
Cngei è ancora in voga un “regolamento provvisorio” da almeno 15 anni
proposto dalla allora Sezione Nautica di Marta Capodimonte.
Il
libretto della progressione personale Fse ha molteplici riferimenti alla storia
ed alla progressione individuale dei nautici.
L’abilità
manuale riveste particolare importanza nella costruzione della canoa. Le
legature, le impiombature, uso e manutenzione delle gomene avvengono con
esclusive finalità per il mare.
Molteplici
sono le tradizioni spesso derivanti da quelle del popolo del mare e della
marineria.
In
alcune nazioni che non hanno sbocco sul mare, la Svizzera ad es., le attività
si effettuano sul lago e sul fiume. La Svizzera ha un referente cantonale per i
nautici.
Rapporti con le istituzioni. In passato, in Italia, esistevano
dei rapporti di collaborazione con alcuni Enti Locali e Nazionali (es. Marina
Militare, Capitaneria di Porto). La scuola capi del Cngei (1949 a Sori)
prevedeva delle lezioni di meteorologia tenute dal Col. Bernacca.
Al Jamboree in
Grecia (1961) i ragazzi italiani effettuarono il viaggio con i mezzi della
Marina Militare.
Questa tendenza
di rapporti con le istituzioni sembra privilegiare l’ambito locale della
guardia costiera e della Marina Militare. Al momento, in Italia, non risultano
dei rapporti istituzionali a livello nazionale come ad es. un protocollo
d’intesa e/o una convenzione.
A
Fano, sede nazionale del settore nautico della Fse,
ogni anno vengono tenuti dei
corsi in collaborazione con la Marina Militare.
In diverse
nazioni europee e del continente americano esistono dei protocolli d’intesa
con la Marina Militare. In diverse occasioni,
(calamità naturali/guerre ecc.) lo scoutismo nautico ha collaborato alla
sorveglianza delle coste, aiuto ai rifugiati ecc. In alcuni casi, alcuni
Capi/Esploratori e Rover sono stati insigniti di riconoscimenti militari e
civili, a volte, anche a prezzo della propria vita.
In Italia, in linea
di principio, le istituzioni e/o alcune associazioni (Lega Navale, Ass.ne
Marinai d’Italia) sono propensi ad un rapporto di collaborazione con lo
scoutismo, spesso a costo zero, mettendo a disposizione uomini e mezzi.
Degno di nota è
l’inserimento nel tessuto sociale dell’Agesci a Cesena grazie all’impegno
di Edo Biasoli ed altresì della Fse di Fano con Carlino Bertini. In tali realtà
lo scoutismo nautico, oltre a formulare proposte di alto livello, fornisce un
servizio alla collettività ricevendo di contro un grande supporto da autorità
civili e militari.
La Sezione
Assoraider di Termoli di recente è stata presente in una trasmissione di Linea
Blu ed ogni Estate dà un servizio alla collettività con la sorveglianza delle
spiagge. Da sottolineare il coinvolgimento dei rover di Campobasso i quali
collaborano in tale servizio in sinergia con la Sezione di Termoli.
Stranamente lo
scoutismo nautico in Italia è sconosciuto dall’opinione pubblica. L’uomo
della strada sconosce l’esistenza dello scoutismo nautico.
Corsi di specializzazione. In Italia la tendenza è quella
di privilegiare la Branca E/E (esploratori).
Abbiamo già citato l’esperienza Fse a Fano. L’Agesci tiene dei corsi
di specializzazione di vela, canoa ecc. per
E/G , rover e capi. Quelli per capi sono di natura “tecnica metodologica”.
Nel
Cngei, in
un passato recente con i Tecnicamp, sono
stati tenuti corsi di costruzione e conduzione di canoa. Dopo un periodo di
grande fulgore anni 80 inizio anni 90, attualmente nel Cngei sembra che il
settore nautico non stia vivendo un periodo di grandi iniziative. In precedenza
tra il 1978 ed il 1988 venivano tenuti dei corsi di vela a La Spezia validi
sotto il profilo tecnico, carenti per stile e spirito scout.
La Fse tiene
corsi di Specializzazione ogni Estate, per Esploratori e Capi, prevalentemente a
Fano.
Formazione Capi e Metodo.
In Italia le singole associazioni non prevedono nei propri corsi di
formazione una sessione ad hoc. Questo, quando avviene, accade per iniziativa
dei singoli corsi.
Generalmente
la trasmissione del metodo avviene attraverso il passaggio di esperienza dal
capo anziano al capo giovane contrariamente agli aspetti tecnici che, come
abbiamo già detto, avviene anche con dei corsi specifici per capi e ragazzi.
Questo passaggio della visione del metodo, sia pur attraverso l’imparare
facendo che è insito nello scoutismo, ha fatto sì (in alcuni casi) che il
metodo proposto fosse più determinato da una visione personale piuttosto che da
una scelta associativa.
Personalmente, in questo momento, ritengo che l’associazione italiana
che offre un prodotto finale completo sia la Fse. Da non trascurare inoltre come
questa Associazione agisce a tutti i livelli con una ben chiara strategia
attuando una sinergia fra tutti gli organismi associativi.
Altre realtà, in Italia, potranno sembrare ben più consistenti
numericamente ma, francamente, pesso vedo solo una gran confusione e mancanza di
linearità.
Tornando alla Fse,
questa, utilizza ed offre i seguenti servizi:
-
Il quaderno della progressione personale E/E comprende alcune
parti dedicate ai nautici;
-
Abbiamo già citato le iniziative del centro nazionale con
sede a Fano;
-
Le riviste offrono spunti e stimoli tecnici per ragazzi e
capi;
-
Esistono molteplici sussidi tecnici oltre il già citato
quaderno di rotta.
Tutti questi elementi, quando và bene, si trovano in parte nelle altre
tre associazioni italiane. Ne consegue, per quanto mi riguarda, come la proposta
di scoutismo nautico Fse è la più interessante sia sotto il profilo
metodologico che altresì per le proposte operative. In sostanza senza nulla
disconoscere alle altre realtà nazionali vedo nella Fse una proposta di
scoutismo nautico omogeneo, coerente con il metodo originario di B.P. ed in
sintonia con l’associazione di appartenenza.
A proposito di metodo nautico applicato alla branca esploratori, esiste
una corrente di pensiero presente in tutte le associazioni nazionali che si può
riassumere c.s.:
……lo
scoutismo nautico non esclude le attività dello scoutismo tradizionale ad esse
aggiunge e tecniche marinaresche e di comunità applicate all’elemento acqua.
Lo scaut nautico abbina alla lettura della carta topografica l’uso
della carta nautica e del sestante.
Lo scaut nautico abbina al pronto soccorso le tecniche di salvamento in
acqua.
Lo scaut nautico non usa la classica Jamboree 8 posti ma l’igloo 6
posti. L’equipaggio non può superare i cinque/sei elementi e la tenda su una
canoa deve essere piccola.
Lo scaut nautico conosce non solo l’alfabeto morse ma anche il codice
marittimo internazionale, il Codice Q dei radioamatori, il semaforico, l’uso
dei segnali di soccorso (es. bengala).
Lo scaut nautico sa usare il fischietto sia in mare che in montagna.
Lo scaut nautico dopo due campi nautici vive l’avventura di un campo in
montagna.
Lo scaut nautico fa attività anche in montagna e non solo in
mare/fiume/lago.
La vita all’aria aperta viene vissuta privilegiando il mare.
Manuali Tecnici
e Pubblicazioni. La Fse dispone di un quaderno
di rotta per esploratori ben fatto graficamente e ricco di spunti per attività.
Il Centro
Nazionale Nautico della Fse, con sede a Fano, esprime un buon livello
metodologico e tecnico. Quest’ultimo ha
realizzato diversi manuali tecnici riguardanti: la meteorologia;la costruzione
del cayack; la conduzione della barca a vela; canti del mare ecc.
Nel
Cngei, in
passato recente, la Sezione nautica di Marta Capodimonte ha realizzato un buon
progetto per la realizzazione di una canoa e di una barca a vela da lago.
Quasi tutte le
nazioni europee dispongono di manuali tecnici.
Nel 1966 l’Asci
ha pubblicato tre manualetti tecnici: costruire il kappa, la vela, la pesca.
Altresì nel
1971 vengono pubblicati: Mariscout e Cuciniamo il pesce.
In Italia la
Fse pubblica un proprio bollettino per capi e la stampa nazionale per capi e
ragazzi riserva uno spazio sulle riviste nazionali. L’Agesci e l’Assoraider
tendono a fornire contributi storici piuttosto che stimoli per le attività.
Di recente su “Proposta Educativa”,
rivista per capi dell’Agesci, è stata pubblicata la relazione
riguardante una conferenza europea tenutasi in Danimarca. Ogni anno, nella
propria relazione, il Comitato Centrale Agesci in occasione del Consiglio
Generale dedica una relazione ad hoc riguardante il settore. Nel 1996 è stato
tenuto un Campo Nazionale per Reparti Nautici
a Bracciano.
Anche l’Agesci
pubblica un bollettino per capi.
Centri Studi.
Esistono in Italia variegate iniziative di raccolta e
documentazione storico/metodologico riguardante lo scoutismo. Ne consegue che
esiste diverso materiale riguardante lo scoutismo nautico. Personalmente ritengo
che le realtà meglio organizzate e significative siano il Centro Studi Mario
Mazza di Genova ed il Centro Studi Carlo Colombo di Langhirano. Il Centro Studi
Mario Mazza da alcuni anni è una Onlus pubblica periodicamente un proprio notiziario ed è
rappresentato dalla prestigiosa figura di Mario Sica. Il Centro Studi Carlo
Colombo, insieme al Mario Mazza, ha contributo alla stesura della terza edizione
della Storia dello Scoutismo in Italia, svolge molteplici iniziative nel campo
della ricerca e dei convegni storici grazie all’impulso del proprio Presidente
Cav. Mauro Furia.
Entrambi questi
Centri Studi se interpellati forniscono un pronto/qualificato servizio.
Da menzionare la
figura di Don Nunzio Gandolfi autentica memoria storica anche dello scoutismo
nautico oltre che depositario di libri e documenti personali a dir poco preziosi
ed introvabili.
Mario Sica, nella sua
Storia della Scoutismo in Italia, dedica un capitolo allo scoutismo nautico ben
dettagliato per quanto riguarda le esperienze primordiali. Pur trattandosi di
un’opera unica nel suo genere, almeno in Italia, è po’ lacunosa nel citare
le esperienze degli ultimi venti anni.
Esperienze e
Progetti, rivista del Centro Studi B.P., ha tracciato in due numeri ( il 132 e
il 133) una sintetica storia dello scoutismo nautico. Si tratta di una traccia
ben curata e soprattutto aggiornata a cura del Centro Nautico Dipartimentale
“Scirocco” Agesci di Portici.
Sia il lavoro di Mario Sica
che dell’Agesci di Portici hanno il limite di soffermarsi solo al vissuto
Agesci e Cngei.
Scoutismo Nautico di Frontiera. Desidero citare e ricordare la
proposta di scoutismo nautico effettuata in diverse borgate romane ad opera di
Don Piero Gianti e Dante Bortolotti.
Questa realtà oltre ad
offrire un buon scoutismo sia nello spirito che nelle tecniche riusciva a
proporre dei valori alternativi a diversi ragazzi che vivevano in condizioni di
estremo disagio sociale e famigliare. Questi capi storici dello scoutismo romano
operarono in maniera autonoma con la sigla dei Gruppi Nautici Antares (dal 1969
al 1980) poi confluiti nel Cngei, nel 1980 e forti di ben 700 iscritti, come
Sezione Nautica di Marta Capodimonte con base nautica sul lago di Bolsena. Per
inciso và ricordato e riconosciuto il grande impulso che la Sezione di Marta
Capodimonte diede all’interno del Cngei nel settore nautico.
Quanto realizzato da Don Piero e da Dante sicuramente è di esempio per
quanti ritengono lo scautismo in generale, e quello nautico in particolare, una
esclusiva dei ragazzi borghesi e/o dei ceti medio/alti. In un passato recente,
anche nello scoutismo italiano, andava molto in auge il tema
dell’educazione non emarginante. Personalmente resto dell’idea che
sia importante operare anche a
favore dei meno fortunati.
Alcune curiosità. Alcuni anni fa ho visitato una sede di scaut nautici
francesi realizzata all’interno di un sottomarino in disuso della marina
militare.
Al Jamboree in
Norvegia (1975) ho conosciuto un vecchio capo inglese che da scaut era stato
ferito dagli stukas tedeschi nel 1940 nel Canale della Manica. Si trovava a
bordo della Nave Scuola Minotaur, appartenente allo scoutismo britannico, in
soccorso dei soldati francesi ed inglesi nella ritirata di Dunquerke. In tale
circostanza i ragazzi furono insigniti della croce al merito al valore militare.
L’equipaggio del Kon-Tiki,
capitanato da Thor Reyndall, era formato da ex scout.
Durand De La Penne eroe
della Impresa di Alessandria, medaglia d’oro della Marina Militare, è stato
il primo Presidente d’Onore dell’Assoraider.
Alcune considerazioni finali.
Molti in Italia e nel Mondo ritengono lo scoutismo nautico troppo
complicato da un punto di tecnico e che determinate attività siano solo di
esclusiva pertinenza dei tecnici. Niente di più sbagliato! Quando ero Capo
Reparto “terrestre” mi avvicinai all’attività nautica iniziando con la
costruzione delle zattere, successivamente passammo alla costruzione della canoa
e, dulcis in fundo, con il corso di canoa tenuto da esperti esterni
qualificati.
Il tutto condito da alcune visite guidate alla capitaneria di porto
(radar. motovedette, centrale operativa) ed alle navi della Marina Militare
Italiana e Statunitense.
Avete mai provato a fare una gara di pesca con i vostri lupetti,
esploratori, rover e raider?
L’attività dei raider può essere svolta anche in mare? Chi ricorda il Raid Sub di Napoli?
Queste proposte di attività non sono appannaggio esclusivo dei nautici
ma possono essere proposte e vissute anche da tutti i nostri ragazzi. Non a caso
B.-P. in Scoutismo per Ragazzi parla sin dall’inizio dello scoutismo nautico.
In sostanza ritengo che questo freno allo sviluppo dello scoutismo
nautico sia dovuto ad una resistenza di tipo culturale piuttosto che ad altri
motivi.
Conclusione finale. Sicuramente avrò tralasciato qualcosa, per dimenticanza o per ignoranza, sarò grato a
quanti mi faranno pervenire le proprie osservazioni e/o contributi. Solo in
questo modo potremo fare un buon servizio al Movimento Scaut.
Grazie e Buon Vento!