Hanno lasciato una
traccia
"Uomini
impegnati"
"Quando
incontriamo una di quelle persone che ispirano Ia loro condotto ad un ideale,
non possiamo fare a meno di notarla".
Così
è scritto nel libro "L’uomo questo sconosciuto".
La
società d’oggi può darsi che sia ricca di artisti, di scienziati, di
scrittori, di tecnici, di... urlatori, ma è certamente povera di uomini di
carattere, con la spina dorsale diritta e robusta, che sappiano compromettersi
ogni giorno, sia feriale che festivo, con un ideale che costi sacrificio.
Lo
scoutismo è nato con questa ambizione: dare alla società un certo numero di
questi uomini, uomini nel vero senso della parola, capaci cioè di camminare a
testa alta e con decisione dietro ad un ideale, capaci di lavorare non tanto per
il proprio interesse, ma per la causa di Dio e per il bene del Prossimo.
Il
giorno in cui voi avete pronunciato la Promessa Scout, rispondendo all’appello
avvincente dello Scautismo, vi siete impegnati ad essere uomini dl questo
stampo.
Fin
da quel giorno vi siete sentiti degli impegnati, avete sentito l’entusiasmo e
la gioia di questa dedizione, ma anche le prime tentazioni. Ce n’è una in
particolare che si presenta spesso, vestita in modo diverso, ma sempre vivace: "perché
fare diverso o di più degli altri ?". Ricordo in proposito la risposta
di uno scout, che mi sembra convincente: "Ho uno sola vita da spendere,
e perciò voglio spenderla bene. Voglio la felicità e so che la conquisterò
solo compiendo fino in fondo il mio dovere e legando la mia vita ad alti ideali.
So anche che così, e solo così, porterò la felicità a quelli che mi stanno
attorno e che forse non la conosceranno senza il mio aiuto".
In "Hanno lasciato una traccia", sussidio tecnico n. 19, ASCI